Possono sembrare pochi, eppure quei 19 centesimi di euro a chilometro possono fare la differenza per chi è indeciso se andare al lavoro in bici oppure no: come se ce ne fosse bisogno, direte voi, dato che stiamo parlando della già oltremodo “bike friendly” Olanda.

L’obiettivo del governo arancione è, oltre ad affermare il bike to work, spostare ancora più persone di quante non ce ne siano oggi dal pendolarismo “a motore” verso quello “a pedali”.

 

La trattativa con le aziende

Il governo dei Paesi Bassi, in particolare con l’azione del ministero delle Infrastrutture e delle Acque, ha avviato dei negoziati con le rappresentanze delle principali associazioni industriali presenti in Olanda per chiedere che siano le imprese stesse a sovvenzionare i dipendenti perché preferiscano la bicicletta all’automobile.

Il bike to work è una tendenza spontanea che ha però bisogno di incentivi per attecchire su vasta scala: come già fatto in altre nazioni, i Paesi Bassi stanno dunque cercando un compromesso per far sì che si tratti di una responsabilizzazione condivisa dai datori di lavoro.

Qualora dovesse passare la proposta di retribuire con 0,19 € ogni chilometro percorso in bicicletta dai dipendenti per andare al lavoro in bici, si tratterebbe di un’affermazione importante per la mobilità ciclabile olandese. 

A cosa è però funzionale la diaria proposta da Amsterdam?

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Parcheggi per bici ad Amsterdam: istruzioni per l’uso – photo credit: Walimai.photo Parking Instructions (135/365) via photopin (license)

Portare 200mila olandesi ad andare al lavoro in bici

Stando a quanto avrebbe dichiarato la segretaria di Stato Stientje van Veldhoven, l’intento del governo è garantire a tutti i cittadini olandesi la possibilità di utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto prevalente.

Questo perché la bici influisce positivamente sulla vivibilità dell’ambiente urbano: meno traffico, meno rumore, meno inquinamento e, dunque, meno malattie.

Per le stime dello Stato arancione, in media gli abitanti dei Paesi Bassi devono coprire una distanza casa-lavoro non superiore ai 7 km e mezzo: una soglia ottimale per usare la bicicletta, specialmente in un Paese che ha speso, solo nell’ultimo anno, 100 milioni di Euro in piste ciclabili.

Tra l’altro, un po’ come i vicini Danesi, gli Olandesi vantano già una capillare copertura delle strade carrabili con altrettante ciclabili e, soprattutto, una rete di trasporti pubblici pensata per interscambiarsi con esse.

 

3 miliardi di km in bici entro il 2040

L’incentivo ad andare al lavoro in bici e lasciare a casa l’auto è così funzionale all’ambizioso obiettivo del ministero olandese delle Infrastrutture di guadagnare 200.000 nuovi pendolari ciclisti in sfavore di altrettanti a quattro ruote.

Amsterdam vorrebbe tagliare questo traguardo entro il 2040, sperando di contare allora 3 miliardi di chilometri percorsi annualmente in sella alle biciclette.

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Traffico ciclabile in un’Olanda del 1966 – photo credit: Yvonne Thompson 1966 Holland slide 254 Bike traffic via photopin (license)

L’aspetto più divertente, dal punto di vista di un Italiano, è leggere che il governo dei Paesi Bassi, oggettivamente uno degli Stati europei nei quali la bicicletta è più penetrata nella vita quotidiana, ritenga che sia necessario stimolare il ciclismo.

Amsterdam ha dalla sua una cultura del ciclo, una scala dei centri abitati e numeri di popolazione ottimali per realizzare certi obiettivi, non va dimenticato; quali vantaggi porterebbe però anche all’Italia un’iniziativa del genere?