C’è un perché se la mountain bike sta conquistando sempre più appassionati: è adrenalinica, permette di scoprire tracce immerse nella natura e fa sentire liberi. Ma – c’è sempre un “ma” – può rivelarsi uno sport pericoloso e avere incidenti in montagna, come a bassa quota, può far vivere momenti spiacevoli.

Nulla che non si sapesse già o che un mountainbiker consapevole possa negarsi: il downhill, l’enduro e tutte le derive ancor più estreme di queste pratiche comportano dei rischi che vanno sempre tenuti in considerazione.

Dunque, quali sono gli accorgimenti basilari per non farsi sorprendere da una situazione di emergenza sui trails?

 

Mai improvvisare: preparare l’uscita in mountain bike

Al primo posto stanno una serie di comportamenti di buon senso che ogni buon ciclo-escursionista dovrebbe attuare.

Conoscere bene il territorio 

Sapere a cosa si va incontro è di fondamentale importanza: non stiamo dicendo di perlustrarlo come avrebbe fatto Indiana Jones, ma almeno di consultare con attenzione le carte dei sentieri e di informarsi presso gli enti turistici o le guide del luogo sulle caratteristiche del percorso scelto.

Inoltre, avere dei punti di riferimento vi tornerà estremamente utile davanti alla domanda: «Dove vi trovate?»

incidenti in montagna

Sapersi autovalutare

Conoscere i propri limiti è altrettanto importante: in compagnia spesso ci si sente super uomini o in dovere di dimostrare qualcosa agli altri. Ricordatevi che pedalate per voi stessi e se sapete di temere la tecnicità o l’esposizione di un certo tipo di trail, nessuno vi obbliga ad “andarvela a cercare”. Lo stesso vale se non vi sentite in forma: capita a tutti e il vero campione è colui che sa quando fermarsi.

Informare amici e parenti

Va bene l’avventura, ma informare una cerchia di persone fidate su quelli che erano i vostri progetti può tornare molto comodo. Dite dove andrete, a fare cosa (indicare addirittura i percorsi magari è chiedere troppo, lo sappiamo) e con chi; già che ci siete, lasciate il cellulare dei vostri compagni di pedalate a chi decidete di informare: se non dovesse funzionare il vostro, potrebbe farlo quello di un altro rider.

Scaricate una app per la geolocalizzazione (GeoResQ)

Dato che di app ne avrete zeppo lo smartphone e dato che il telefono lo porterete sicuramente con voi, abbiate cura di installare una app che vi geolocalizzi. Sugli store Apple e Android ne esistono diverse che consentono di individuarvi e di impostare dei segnali di allarme da inviare a dei contatti predefiniti da voi.

In Italia esiste un’applicazione ufficiale gestita dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e promossa dal Club Alpino Italiano (CAI): GeoResQ.

GeoResQ vi traccia tramite il GPS del cellulare e, in caso di emergenza, vi permette di far partire una segnalazione direttamente al Soccorso Alpino.

Garantita, gratuita per i soci CAI e per i partecipanti ad alcune manifestazioni sportive convenzionate, è da avere con sé. 

Precauzioni: cosa portare sempre con sé 

Una volta pianificato il trail, che sia esso sul mare – come nella splendida Finale Ligure – o in alta montagna, è buona norma mettere nello zaino alcune piccole cose che, in per pochi grammi di peso in più, potrebbero addirittura salvarci la vita.

Quelle fondamentali sono:

Kit di pronto soccorso

Disinfettante, garze, bende elastiche, cerotti: nei più completi si trovano anche pinzette, forbici e siero fisiologico, ma in buona sostanza non avete che l’imbarazzo della scelta.

In commercio ne esistono prodotti sia da grandi catene dello sport che griffati: il prezzo è contenuto (con 20,00 € fate già un ottimo acquisto) ed il peso pure.

incidenti in montagna

Telo termico

Potreste averlo nel vostro kit di primo soccorso, ma si tratta di un accessorio cui non rinunciare: un telo termico. Il nome corretto è “coperta isotermica”, ma è comunemente chiamata “metallina” ed è quella coperta sottilissima, bicolore (da un lato dorata e dall’altro argentata), che avrete sicuramente visto in chissà quante serie tv come ER – Medici in Prima Linea.

Si tratta di un vero e proprio foglio in alluminio o polietilene tereftalato, delle dimensioni di una coperta singola (piegato sparisce in una tasca), che garantisce impermeabilità all’aria ed all’acqua e, soprattutto, la capacità di stabilizzare la temperatura di una persona infortunata.

Da non sottovalutare in caso di nottate all’addiaccio e ricordatevi che si usa dalla parte argentata.

incidenti in montagna

Fischietto 

Avete presente quello che penzola dalle cinghie pettorali di molti zaini? Ecco, proprio lui, quello che vi siete sempre chiesti quando mai lo avreste usato: si spera mai, però in caso di incidente può essere utile averlo a portata di mano per farvi trovare più in fretta.

Telefono cellulare o smartphone (+power bank)

Sì, e non per farsi i selfie: il telefono è il primo strumento che avete a disposizione per chiamare i soccorsi e trarvi fuori dagli impicci.

Inoltre gli smartphone ormai si appoggiano tutti sulla tracciatura GPS, che vi consumerà la batteria in fretta, ma che garantisce di localizzarvi con buona approssimazione e di mandare richieste di aiuto precise tramite app come GeoResQ.

Proprio per evitare di rimanere con il 2% di batteria quando vi servirebbe, portatevi un power bank per ricaricarla: solito discorso, pesa poco, non vi servirà mai (si spera), ma nel caso fa la differenza.

incidenti in montagna

Dispositivi GPS

Naturalmente, possono tornarvi molto utili dei dispositivi GPS, se li avete: oggi molti indossano per semplice moda orologi che tracciano i nostri percorsi, le altimetrie ed altri parametri.

Nascono proprio per l’escursionismo o l’alpinismo e sono ovviamente altrettanto adatti a darvi delle coordinate precise sui trail che affrontate in Mountain bike.

Incidenti in montagna o sui trail: chi chiamare e cosa dire?

In Italia il numero di pronto intervento da chiamare in caso di bisogno è il 112.

Si tratta per altro del numero unico valido in tutta la Comunità Europea: digitando il 112 e spiegando l’accaduto, vengono automaticamente indirizzati verso di voi i soccorsi più opportuni, che in montagna o nelle zone impervie a bassa quota, competono sempre a Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino.

Se state pianificando una escursione in mountain bike in un Paese straniero, extra UE, informatevi prima su quale sia il numero per le emergenze: il 112 è molto diffuso anche in America Latina, il nord America fa riferimento al famoso 911, ma vale la pena fare due ricerche prima di averne eventualmente bisogno.

incidenti in montagna

Cosa dire al 112?

Le informazioni fondamentali, per le quali occorre mantenere lucidità e sangue freddo sono le seguenti, indicate sui siti istituzionali di molti servizi di Soccorso:

  • Dove? è successo
  • Cosa? è successo, come e quando
  • Quanti? sono coinvolti
  • Quali? ferite o emergenze mediche ci sono
  • Chi? sta chiamando (nome), luogo, numero di telefono
  • Eventuali numeri di telefono di altre persone presenti

Cosa fare se il telefono non prende?

Se, cosa non rara quando si va in montagna o anche solo nell’entroterra di molte regioni a bassa quota, il vostro telefono non ha copertura di rete, non scoraggiatevi.

Spegnetelo, riaccendetelo e, senza inserire il PIN, digitate direttamente il 112 (molti smartphone odierni quando sono senza rete vi dicono autonomamente “solo chiamate di emergenza”).

In questo caso è il telefono a cercare automaticamente il segnale più forte disponibile, a prescindere dal gestore telefonico con cui avete il contratto: se trova del campo, fa partire la chiamata di soccorso.

Arriva l’elicottero: segnali e precauzioni

Una volta innescata la macchina dei soccorsi, probabilmente si avrà a che fare con un intervento che arriverà dal cielo, in elicottero. Quando si ha un incidente e si rimane immobilizzati su di un trail o in una zona di montagna è infatti difficile essere raggiunti con altri mezzi.

In questi frangenti torna utile sapere come comunicare con l’equipaggio e cosa fare quando l’elicottero si abbassa per atterrare (se può) o recuperare il ferito.

incidenti in montagna

Segnali di emergenza internazionali

Segnali acustici o luminosi – Chiamata di soccorso: per farsi notare si possono emettere 6 segnali acustici o ottici in 1 minuto, uno ogni 10 secondi, seguiti da 1 minuto di silenzio o intervallo.

Per rispondere ad una chiamata di soccorso, invece, si devono emettere 3 segnali acustici od ottici in 1 minuto, uno ogni 20 secondi, seguiti da un minuto di intervallo.

Usate il linguaggio del corpo

Quando siete stati individuati dall’elicottero, per comunicare che avete bisogno di aiuto, dovete alzare entrambe le braccia in modo da formare una Ypsilon – che sta per “Yes” – che verrà interpretata come una conferma della richiesta di soccorso.

Se non doveste essere voi la persona coinvolta o non dovesse essere quello il punto in cui l’elicottero deve atterrare, tenere un braccio in alto ed uno in basso, leggermente aperti a formare una “N” con il corpo, verrà interpretato come un “No”.

incidenti in montagna
Segnali di soccorso internazionali – Soccorso Alpino e Speleologico dell’Emilia Romagna

Attenzione a quello che vi circonda

Il rotore degli elicotteri è molto potente e abbassandosi su di voi ed i vostri amici può diventare un potenziale pericolo. È infatti in grado di far sollevare, risucchiandoli con le pale, una miriade di oggetti di vario peso, che potrebbero colpirvi o danneggiare il rotore stesso.

È dunque, se vi è possibile farlo, buona accortezza allontanare dall’area di intervento tutti quelli oggetti che potrebbero volare via: rami, piccoli sassi, zaini e le stesse biciclette.

 

(Solo) Uno protegga il ferito

A meno che il ferito non siate voi, l’ultima attenzione va nei suoi riguardi: sempre per evitare inconvenienti dovuti allo spostamento d’aria, una sola delle persone presenti dovrebbe rimanere con l’infortunato, proteggendolo con il proprio corpo durante l’avvicinamento dell’elicottero.

 

 

Questa serie di consigli non è da considerarsi esaustiva e tantomeno risolutiva: esistono fonti ufficiali alle quali affidarsi per avere una corretta preparazione in caso di emergenza su trail, sentieri e in ambiente alpino.

Con un po’ di informazione e di buon senso si può però limitare i rischi di una pratica molto divertente, ma anche pericolosa, come la mountain bike. A volte basta veramente poco.