Il 22 dicembre 2022 la European Cyclists’ Federation (ECF) ha  pubblicato l’edizione 2022 de Lo stato delle strategie ciclistiche nazionali, dove possiamo trovare molti dati interessanti sul rapporto tra ciclismo e stati europei.  

Come sta il ciclismo europeo?

Qual’è la situazione del ciclismo in Europa? Tanti propositi bollono in pentola, ma i paesi coinvolti si stanno tenendo al passo? Se lo è chiesto anche ECF (European Cyclists’ Federation), che ha recentemente pubblicato l’edizione 2022 del rapporto “Lo stato delle strategie ciclistiche nazionali. Al suo interno sono presenti diverse informazioni tra cui  le misure che ogni nazione sta prendendo in tema di ciclismo e gli investimenti che sta effetuando. 

L’ analisi di ECF mostra che le strategie nazionali in materia di ciclismo stanno diventando sempre più importanti, ma anche che c’è ancora tanta strada da fare, in particolare considerando l’obiettivo politico del Piano generale paneuropeo per la promozione della bicicletta, secondo cui ogni stato deve sviluppare e attuare una strategia nazionale per la mobilità ciclistica entro il 2030.

Le novità 2022

Per prima cosa notiamo che quattordici dei quarantaquattro paesi analizzati hanno in vigore una strategia per la mobilità ciclistica, mentre otto sono in procinto di svilupparne una per la prima volta. Ecco però le principali novità del rapporto:

 

  • L’Italia adotta la sua prima strategia nazionale per il ciclismo.
  • L’Inghilterra pubblica la sua seconda strategia di investimento ciclistica e pedonale.
  • La Francia pubblica un nuovo piano per la mobilità ciclistica per il 2022 – 2027.
  • La Repubblica ceca adotta il suo Concept per la Mobilità Urbana 2021-2030.
  • Il Lussemburgo adotta un nuovo Piano nazionale della mobilità per il 2035, con una sezione dedicata alla bicicletta.

La spesa pro capite

Il rapporto di ECF guarda anche i livelli di spesa dei governi centrali, rivelando le varie differenze tra i paesi. Secondo l’analisi, la regione settentrionale del Belgio, le Fiandre, sembra essere stata il principale investitore in infrastrutture ciclabili nel 2022, con un investimento di circa 45 € pro capite, seguita dall’ Irlanda (circa 35 € PC) e dalla Norvegia (circa 35 € PC). L’Italia non va male, si posiziona circa a metà classifica, appena dietro la Danimarca.

Certo c’è ancora molto da fare, ma lo scenario che abbiamo di fronte sembra stavolta essere davvero promettente. I risultati di questa analisi forniranno un punto di riferimento rispetto al quale ECF intende continuare a pubblicare rapporti annuali di aggiornamento per monitorare i progressi nello sviluppo e nell’attuazione delle strategie nazionali in materia di ciclismo in Europa verso il 2030.

 Intanto però, vediamo cosa succederà nel 2023.