La condivisione della bicicletta è sempre più un modello di sharing economy rivolto a municipalità, università e aziende: ConnectBike è un esempio di come il vero obiettivo non siano gli utenti finali, ma i gestori del servizio.

Un giro d’affari che attrae sempre più investitori è quello dell’infrastruttura dedicata ai servizi di bike sharing, il che comprende la fornitura di biciclette, la “materia prima”, potremmo dire, ma anche di tutta quella piccola galassia di servizi correlati.

ConnectBike è solo l’ultimo caso che ci è capitato sotto mano di pacchetto “chiavi-in-mano” rivolto a chiunque intenda sfruttare la sharing economy ma non sa da che parte iniziare.

sharing economy connectbike

 

Attratto dalla sharing economy? Ci pensa ConnectBike

ConnectBike è dunque un servizio di bike sharing all inclusive: si tratta di un pacchetto comprensivo di bici (un’ebike prodotta da eFlow Europe), antifurto smart lock ed app personalizzabile.

Il servizio è praticamente pre-confezionato, in quanto è sufficiente che il gestore personalizzi il proprio account e geolocalizzi sulla mappa i propri punti di prelievo per far sì che gli utenti, accedendo con le password relative, possano trovare, sbloccare e riconsegnare le bici.

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Il servizio è poi gestito in totale autonomia dal gestore, che però non dovrà sviluppare una propria infrastruttura perché prenderà a noleggio quella di ConnectBike.

Paradossalmente, si potrebbe parlare di un bike sharing in affitto.

 

 

 

Chi c’è dietro ConnectBike?

La struttura di bike sharing appena descritta è figlia di una società, Mobilock, che si occupa di “smart mobility systems” e della sharing economy che questi possono generare.

Siamo dunque di fronte ad un modello ancora differente rispetto ai vari Ofo, LimeBike e Mobike, che invadendo sempre più città offrono, sì, un servizio che si integra con il trasporto pubblico, ma con l’obiettivo di affermare il proprio marchio.

 

 

Mobilock fornisce il sistema ConnectBike a terzi che potrebbero essere la stessa autorità municipale: il guadagno è dato dall’aver sviluppato una volta sola l’infrastruttura informatica (app e gestione delle bici), che viene poi noleggiata mensilmente ai vari gestori, ingolositi a loro volta dall’assenza di gravosi investimenti.

Nel noleggio sono compresi anche i servizi di manutenzione al software, il leasing delle bici e l’assicurazione sulle stesse.

Bike sharing lock-to dockless

La modalità di esercizio del bike sharing offerta da ConnectBike è interessante: si differenzia dagli ormai diffusi dockless – vale a dire “senza stazione” – proponendo invece la formula ibrida del lock-to dockless.

In questa tipologia di servizio la bicicletta è dotata di un sistema di blocco della ruota posteriore che, a sua volta, va ancorato tramite catena a qualcosa di inamovibile come un palo o una rastrelliera.

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In pratica, può sfruttare arredi urbani fissi o preesistenti stazioni di bike sharing con una logica che può apparire parassitaria, ma che ha il vantaggio per l’operatore del servizio di non richiedere un investimento – e, quindi, un rischio – per costruire un’infrastruttura.

L’unico aspetto che appare sempre più chiaro in questo tipo di iniziative legate alla sharing economy è quello della temporaneità: piattaforme virtuali condivise, infrastrutture inesistenti e servizi a noleggio, da un lato, offrono un modo agile per iniziare un’attività, ma, dall’altro, consentono anche di esporsi il meno possibile.