I pilastri di un corretto ciclismo urbano sono soltanto tre: biciclette buone, piste ciclabili, parcheggi sicuri.

Agendo contemporaneamente su tutti questi fronti potremmo vedere le nostre città drasticamente cambiate nel giro di un paio d’anni. Il più sottovalutato dei tre punti è sicuramente l’ultimo, soprattutto perché le mutuate esigenze connesse all’avvento di bici sempre più belle, buone e costose sta richiedendo nuove soluzioni per proteggerle. Le infrastrutture che abbiamo a disposizione nella maggior parte delle città sono ormai vecchie, inadatte al mondo che si sta configurando. E’ giunto il momento di cambiare rotta.

via treehugger.com

Una rivoluzione su due ruote

Diverse persone ritengono che il mondo sia nel mezzo di una rivoluzione ciclistica che stiamo più o meno consapevolmente posticipando di giorno in giorno.  La proliferazione delle bici elettriche ha innescato una serie di processi che contengono il seme di un cambiamento sociale che trasformerebbe il volto delle città. I problemi da risolvere però non mancano, soprattutto da quando le e-bike stanno inondando il mercato; uno dei problemi infatti è che nessun possessore di una bici da 5.000€ si sentirebbe tranquillo a  lasciarla incatenata ad un palo in città: se però vogliamo che la gente vada in bici dobbiamo dargliene la possibilitàIn sostanza: dove sono i parcheggi?

 

Container hub, spazio vitale

Ecco perché il contanier hub di Cyclehoop è una buona idea; nello spazio di un unico posto auto offre parcheggi per 24 biciclette. Si tratta di un semplice container costruito in materiale riciclato e grande quanto le classiche misure standard. Vi si possono parcheggiare biciclette su due livelli e grazie ad un piccolo scivolo è possibile  farle salire e scendere con molta semplicità. Dispone di luci con sensore di movimento alimentate da pannelli solari e batterie sufficienti per farlo funzionare in autonomia tutto l’anno.

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Una caratteristica chiave di questo prodotto è l’ingresso ad alta sicurezza. Il contenitore originale è stato modificato per adattarsi a cancelli scorrevoli con pannelli forati che consentono all’aria e alla luce naturale di filtrare all’interno riducendo al contempo la visibilità delle biciclette. Le porte scorrevoli vengono aperte mediante un blocco meccanico a codice, con opzioni elettroniche disponibili, che facilitano l’accesso senza chiave.

 

Parcheggi per bici su cui investire

Il giornalista canadese Lloyd Alter si è messo personalmente in gioco per studiare il problema testando in giro per Toronto una e-bike Gazelle che costa tanto quanto una bici da strada Cevelo e cinque volte di più rispetto alla sua adorata Miata. Lui stesso ammette che non si sentirebbe del tutto sicuro a lasciarla fuori per una serata intera. In un post precedente Alter, citò un rappresentante Abus che gli riferì una regola ferrea adottata da lui stesso per quando parcheggia la sua bici: “Se vado a vedere un film di tre ore, metto tre antifurti. ” Drastico, forse addirittura eccessivo, ma comunque ancora troppo lontano dal cuore del problema: le persone non vogliono che la loro bici rimanga esposta. Con un container hub come quello proposto da Cyclehoop possiamo invece parcheggiarla al chiuso insieme ad altre 23, con un margine di sicurezza praticamente assoluto nei confronti di furti e intemperie.

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Inutile dire che se le biciclette fossero direttamente costruite con sistemi come QuickTwist (vedi l’e-bike Carmela), nello spazio di un posto auto non ci starebbero “solo” 24 biciclette bensì quasi il doppio. In ogni caso le amministrazioni, se vogliono davvero vedere più biciclette e meno automobili per le strade, dovrebbero prendere molto più sul serio il tema parcheggio per le bici, essendo una parte critica quanto fondamentale delle infrastrutture dedicate al ciclismo urbano. C’è poi un aspetto economico da considerare, anche per chi vuole investire nel settore: pensate che un ciclista che guida una bici da più di 2.000 € in città non sia a disposto a pagare qualcosina pur di stare tranquillo mentre è a divertirsi fuori la sera?