Gli adulti hanno il bike-to-work, ma i bambini e i ragazzi che non lavorano? Incentivare il ciclismo urbano presso queste fasce della popolazione avrebbe un impatto sociale non trascurabile, migliorerebbe il loro rendimento scolastico e il loro atteggiamento verso l’ambiente.

Bike-to-work si, però..

Venerdì 16 Settembre è stata la giornata mondiale del Bike-to-work, quel tipo di spostamento in cui si utilizza la bici per recarsi al lavoro. Viene ritenuto spesso molto critico, ma in realtà è un modo di muoversi tra i più semplici e sicuri, poiché basato su dei punti fermi come il luogo di partenza e arrivo, l’orario e il tragitto. Queste certezze ci permettono una migliore organizzazione del sistema, e “a forza di esperimenti e perfezionamenti continui”, possiamo ottimizzarlo fino a  renderlo sempre più fluido, se è il caso anche introducendo l’uso di una e-bike.

Il bike-to-work però, per sua stessa natura esclude tutta una fetta di popolazione, quella che per vari motivi non lavora.

allenamento

Dalla scuola verso il bike-to-go 

Tra questa categoria, i primi interessati sono certamente gli studenti. Anche i bambini e i ragazzi andrebbero incentivati all’uso della bici, e possibilmente con lo stesso vigore proposto per gli adulti. Investire risorse in tal senso potrebbe essere addirittura più importante e annullare in futuro il concetto stesso di bike-to-work, sostituendolo con quello più corretto ed esteso di bike-to-go, ossia usare la bici per spostarsi in generale.

Per arrivarci però è necessario passare da un’altra categorizzazione, quella del bike-to-school.  In Europa è un fenomeno che si sta espandendo a macchia di leopardo, soprattutto nell’ultimo periodo. Ma in cosa consiste?

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I voti migliorano

Si tratta ovviamente di far andare bambini e ragazzi a scuola in bici, il problema è più che altro capire come. Alcuni esempi europei ci possono aiutare in tal senso.

Innanzitutto c’è uno studio condotto da due università danesi secondo cui i bambini che vanno a scuola in auto o con i mezzi pubblici ottengono voti peggiori di quelli che vanno a piedi o in bicicletta. Questo è un punto di partenza buono ad esempio per genitori che tengono molto al rendimento scolastico dei propri figli. C’è poi tutto un aspetto educativo da non trascurare. In alcune scuole francesi esistono programmi, supportati dalle amministrazioni locali, per insegnare ai bambini ad andare in bicicletta e a muoversi in modo sicuro nel traffico. La stessa cosa succede in Olanda e in Germania, mentre in Svezia alcuni istituti stanno pensando di creare un sistema a punti per incentivare i ragazzi e le loro classi all’uso della bici. 

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La mentalità cambia 

Ed effettivamente sembra che qualcosa si stia muovendo. I risultati dell‘indagine sui percorsi scolastici 2022 presentata il 22 novembre alla Sottocommissione Mobilità del Consiglio comunale di Stoccarda, dicono che sempre più studenti vanno a scuola in bici. La percentuale è aumentata di circa il 100% dal 2005 e quasi il 12% degli intervistati ora utilizza la bicicletta come principale mezzo di trasporto scolastico. Circa il 43% viaggia in autobus o in treno e il 29% a piedi. La quota di genitori che accompagnano i figli a scuola in auto rimane stabile intorno al 6 % rispetto alla rilevazione del 2005.

Per quanto ci troviamo in Germania, lo studio di Stoccarda è significativo. Rileva anche che nel tempo i ragazzi assimilano concetti positivi nei confronti del ciclismo, descrivendolo come sportivo, rispettoso dell‘ambiente e sano.

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Trovare il proprio metodo

Ogni realtà dovrebbe trovare il sistema più indicato in base alla propria cultura e al territorio in cui si trova. L’importante è, come per tutto, iniziare a parlarne, possibilmente uscendo dalla ristretta visione incentrata su piste ciclabili e varie forme di bicibus, alcune delle quali in contrasto oltretutto con le leggi in vigore. 

L’esempio della città di Bordeaux calza a pennello: invece di organizzare file di bambini in strada, crea programmi scolastici dove insegna loro a muoversi in bici, soprattutto nei contesti cittadini. Saranno loro poi che spontaneamente cominceranno a concepire gli spostamenti urbani come un qualcosa da fare in bicicletta, poco importa se nell’immediato la utilizzeranno per andarci a scuola. Il bike-to-school non è quindi da prendere alla lettera, è un concetto educativo che può essere trasmesso in vari modi.

Dopotutto, prima della raccolta c’è sempre la semina.