Si avvicina la Fase 2 e questa volta non bisognerà farsi cogliere impreparati: il caos potrebbe essere dietro l’angolo. Servono soldi e serve mettersi insieme a progettare il cambiamento per non subirlo. Da Bologna arrivano segnali positivi.

Affrontare la Fase 2

Immaginate cosa potrebbe accadere se anche solo la metà delle persone che prima  prendevano mezzi pubblici, iniziassero ad usare l’auto dopo il lockdown? Irene Priolo, assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna, ha perciò proposto di mettere a disposizione un milione di euro a favore del bike to work per la sua regione. Rinunciare all’auto sarà più che mai importante nella fase 2 ma bisognerà aiutare la popolazione a farlo, soprattutto economicamente. La proposta avanzata è molto importante in quanto porta all’attenzione mediatica una soluzione che meriterebbe molto più risalto.

Irene Rpiolo
Irene Priolo, via gazzettadellemilia.it

Le parole dell’assessore Irene Priolo

Come riporta la Gazzetta di Parma, l’assessore Priolo ha recentemente risposto ad alcune domande dichiarando che c’è “preoccupazione per l’aumento del traffico veicolare dato che le fasi 2 e 3 per la ripartenza devono tenere conto dell’impatto ambientale”, e che “stiamo lavorando su un incentivo che inviti i cittadini a recarsi al lavoro in bicicletta. La proposta è che la regione metta a disposizione dei Comuni un milione di euro per incentivare il bike to work”. Anche la FIAB sta portando avanti una campagna rivolta proprio alle amministrazioni invitandole, tramite un paper diviso in 10 punti, a prendere coscienza di come la bicicletta possa svolgere un compito importante nella Fase 2 . 

gas station

Attenzione al settore automobilistico

Il settore automobilistico non può venire abbandonato e bisogna trovare un modo di coinvolgerlo nello scenario che potrebbe crearsi. Ovviamente nulla è ancora certo, ma una lezione che dovremmo avere imparato dal Covid-19 è proprio quella di giocare d’anticipo. Il problema è complesso, ci sono tante variabili in gioco e altrettanti posti di lavoro coinvolti. Non siamo in grado di avanzare proposte di natura manageriale se non quella, forse semplicistica, di pensare di convertire parte della produzione. Come ricorda un articolo uscito da poco sul Sole 24 Oredecrescere deprimendo le attività non è la soluzione e men che meno fermare le macchine”. D’altro canto non lo è nemmeno ripartire come prima: la soluzione è cambiare, ma questo cambiamento bisogna progettarlo e non subirlo.