Il cicloturismo rappresenta una tra le più grandi opportunità per futuro turistico del nostro Paese. La “mobilità sostenibile” è stata al centro della prima edizione del report “Italia in Bici: scenari, protagonisti e indotto”. Realizzato da Repower e dall’Università IULM, all’erano presenti il Rettore Gianni Canova, l’AD Repower Italia Fabio Bocchiola, Paolo Bettini, ex ciclista campione del mondo e Marco Mazzei, Presidente sottocommissione Mobilità Attiva del comune di Milano.

“Il progetto di ricerca rientra in un percorso che IULM sta seguendo per intensificare il rapporto tra aziende e mondo del lavoro.” Ha esordito il rettore Gianni Canova. “Questa ricerca, che va a ipotizzare una mobilità dolce e sostenibile, mi sembra molto in sintonia con i tempi in cui viviamo. Ho la sensazione che stiamo assistendo a una svolta, e che il mondo in cui abbiamo vissuto per tanti decenni stia davvero finendo e sia necessario uno sforzo da parte di ognuno di noi per riprogettare il nostro modo di essere nel mondo. Quello che andiamo a presentare va in questa direzione.

 “Dobbiamo smontare l’idea con cui sono state costruite le città negli ultimi 50 anni e rimontarle sulle esigenze di tutti.” 

“Negli ultimi è nata l’idea che possa esistere un cicloturismo di tipo urbano. Credo si tratti di un approccio interessante, perché ci permette di abbattere le barriere che, per chi si muove in bici, sono spesso un ostacolo forte.” Così ha continuato il Presidente della sottocommissione Mobilità Attiva, Marco Mazzei. “Esistono diversi tipi ciclisti, ci sono quelli che rientrano da un weekend in cui hanno pedalato centinaia di km, ma se poi gli proponi di andare a lavorare in bici ti guardano come se fosse una sfida impossibile. Questo perché considerano la bici unicamente come un attrezzo sportivo, quindi la proposta suona come se gli proponessi di andare a lavorare a cavallo di una racchetta da tennis.

Lo stesso vale per chi si muove in città per spostamenti urbani, l’idea di fare un viaggio in bici sembra inverosimile. La verità è che tutti questi mondi hanno molti punti di contatto. Uno dei compiti della pubblica amministrazione è quello di abbattere queste barriere. A Milano sono nati molti percorsi itinerari urbani che permettono di scoprire la città da nuovi punti di vista. Noi dobbiamo smontare l’idea con cui sono state costruite le città negli ultimi 50 anni, sulle esigenze di chi si muove in automobile, e rimontarle sulle esigenze anche di tutti gli altri. Questo non significa escludere le macchine, ma tenere conto che la strada è di tutti. È un bene comune che deve essere distribuito tra tutti i mezzi che ne usufruiscono: bici, auto, pedoni, monopattini ecc. Credo che le cose stiano cambiando.”

Riprogettare le città per i ciclisti e per il cicloturismo

“Ho trasformato quello che era il mio gioco preferito nel mio mestiere. Ho chiuso la mia carriera con il campionato del mondo di Varese nel 2008, oggi ho mi definisco eno-ciclo gastronomo.” Ha iniziato così il discorso l’ex campione del mondo Paolo Bettini. “Attualmete ho percorso all’incirca un milione di km, molti dei quali li ho percorsi godendomi il panorama, il territorio e l’enogastronomia. Ho reso quello che era il mio gioco da bambino, nel mio mestiere da adulto, ora l’ho ritrasformato in un gioco. La bici è stata la mia vita, so di cosa ha bisogno il ciclista urbano.”

“Il cicloturismo è l’opportunità di viaggiare, in molti stanno cercano itinerari al di fuori dell’Italia. Ciò è possibile dove vengono messe a sistema tutta una serie di infrastrutture, purtroppo da noi manca una cosa fondamentale, la cultura. L’Italia ha da sempre eccellenti artigiani di biciclette, però c’era da vedere macchine, e quando le città si sono sviluppate la bici è stata dimenticata. Oggi lo riapprezziamo a causa dell’aumento del prezzo del carburante”.