Si chiamano YesPark, 12.5 e ShareLock, sono tre interessanti idee in tema di parcheggi bici, forse il principale ostacolo alla diffusione delle nuove performanti e costose biciclette urbane.
Non c’è bici senza servizi
Un nuovo giacimento economico sembra sia in procinto di essere sfruttato e riguarda il nascente filone della mobilità urbana. Dopo il boom delle e-bike bisogna inevitabilmente pensare a tutti i servizi di cui hanno bisogno, servizi che vanno in buona parte creati e fatti funzionare: primi fra tutti i parcheggi. Simili infrastrutture non solo migliorerebbero la fruibilità delle bici già esistenti ma ne aumenterebbero anche le vendite. Se questo non sembra essere del tutto chiaro alle amministrazioni, lo è invece per molti giovani imprenditori.
Le start up per parcheggiare
Proprio loro stanno sempre più interessandosi all’argomento vista le crescenti richieste provenienti da tutto il mondo. La soluzione al problema dei parcheggi bici è un punto che non si può più rimandare e se si agisce per tempo c’è anche la possibilità di sfruttarlo economicamente. Per il momento le idee in campo sono sostanzialmente di due tipi; entrambe sono molto interessanti anche se continua a mancare quella oggettivamente più difficile che passa dalla riprogettazione stessa delle biciclette. Nel frattempo conosciamo meglio YesPark, 12.5 e Sharelock.
YesPark
In attività da qualche anno (anche in Italia), YesPark è una di quelle piattaforme che chi va in bici e chi si occupa di ciclismo urbano dovrebbe conoscere. E non solo loro: YesPark da infatti la possibilità ai privati di mettere a disposizione un posto auto inutilizzato all’interno di un parcheggio coperto. Questo spazio viene quindi inserito nella rete del servizio diventando così parte dei tanti parcheggi bici prenotabili dai ciclisti a fronte di una quota mensile di 10 €. In altre parole la piattaforma fa da intermediario tra il proprietario del parcheggio che desidera affittare il suo spazio e chi vuole trovare un posto per lasciare la sua bici.
12.5
12.5 è molto simile alla precedente app, con la differenza che il pagamento avviene per l’effettiva superficie usata. Si possono parcheggiare bici, scooter, monopattini elettrici, e anche in questo caso si sfruttano i posti auto sotterranei inutilizzati. Vengono censiti e raccolti in una rete accessibile da un’applicazione smartphone dalla quale è possibile scegliere il proprio pacchetto. L’abbonamento annuale bici parte da 12 €/mese e varia a seconda del quartiere, con un prezzo medio intorno ai 19 €/mese. Per uno scooter leggero invece si parte da 20 €/mese fino ad arrivare a circa 40 €/mese in media.
ShareLock
Quest’ultimo sistema invece si discosta dai precedenti e in effetti risulta più utile per esigenze differenti. Si tratta di una rete di serrature condivise diffusa sulla superficie urbana e adatta a tutti i tipi di pali: la comodità è sostanzialmente quella di non doversi portare, almeno teoricamente, il lucchetto dietro. I tre sistemi possono essere tra loro sinergici, i primi due per gli stalli lunghi, i terzi per quelli brevi. E se i primi sono più rivolti ai consumer, ShareLock invece andrebbe diffuso e applicato dalle amministrazioni.
Sfruttare l’inutilizzato è uno dei talloni d’Achille dell’architettura e dell’urbanistica, diversamente da altri settori che invece cercano di impegnarsi in tal senso. Lo sharing degli spazi è a tutti gli effetti una branca della rigenerazione urbana che, in casi come quelli citati, non solo apporterebbe reddito ma risolverebbe uno dei principali problemi del ciclismo urbano.