Nuovo Protone Icon, abbiamo fatto chiarezza insieme a Kask

Uno dei caschi più identitari nella storia dell’azienda bergamasca si presenta in una veste aggiornata. Kask per il nuovo Protone Icon ha investito in sicurezza, comfort e design senza perdere il carattere di un prodotto di punta. Ecco le domande che abbiamo posto a Kask per fare chiarezza.

Il nuovo Protone Icon presenta differenze tecniche ed estetiche se confrontato con il suo predecessore? Quali sono le caratteristiche rimaste invariate?

L’evoluzione del casco non riguarda solo un remake estetico, ma interventi migliorativi sulla sua struttura. Siamo partiti dal telaio interno, ridisegnato per ottenere una maggiore sicurezza per l’utente. Il risultato ottenuto consente una ventilazione migliorata e una aerodinamicità superiore alla precedente versione.

Siamo intervenuti migliorando anche il grado di comfort e stabilità del casco lavorando su diversi elementi:

• OCTOFIT+, il nuovo sistema di regolazione risulta più ergonomico grazie agli inserti in gomma che lo stabilizzano.
• Più facile da usare, grazie alla rotella di dimensioni superiori rispetto alla versione precedente e rivestita di una apposita gomma che aumenta il grip alla presa delle dita.
• L’imbottitura interna, rimovibile e lavabile, è realizzata in CoolMax®, materiale tessile confortevole e dalla rapida asciugatura”.

Ciò che è rimasto invariato sono i materiali utilizzati, oltre ai test di sicurezza con il protocollo di test KASK WG11

Quali test sono stati effettuati per garantire maggiore sicurezza e aerodinamicità?

Per quanto riguarda la sicurezza, si è lavorato sul telaio di rinforzo, che è stato spostato verso l’esterno, aumentato nella ramificazione annegata nell’EPS e per il quale abbiamo sviluppato un nuovo tecnopolimero, che è un blend di due diversi termoplastici. Questo migliora la resistenza agli impatti più comuni nel ciclismo, che avvengono nella zona frontale-temporale. Inoltre Protone Icon, come tutti i prodotti KASK, è stato sottoposto ai test del protocollo KASK WG11. Una verifica che serve a misurare la prestazione contro gli impatti tangenziali, comunemente noti come impatti rotazionali, con ottimi risultati.

Abbiamo lavorato sull’aerodinamicità grazie alla collaborazione con il team INEOS, al lavoro di CFD (computational fluid dynamics) e galleria del vento. Combinati questi elementi siamo stati in grado di abbassare la resistenza aerodinamica del casco. Si possono facilmente individuare i punti sui quali abbiamo lavorato, nello specifico:

• la parte frontale (forma e dimensione dei fori);
• il telaio di rinforzo (forma e angolazione differente);
• il foro superiore, che è stato spostato e appiattito (prima era più un periscopio, adesso è un condotto NACA – presa d’aria a bassa resistenza aerodinamica).

Gli atleti professionisti hanno contribuito all’aggiornamento di Protone Icon?

Questo modello specifico è un restyling di un casco di grande successo tra gli atleti, le cui indicazioni sono state di cambiarlo il minimo indispensabile. Quindi, per ottenere il famoso marginal gain, necessitavamo di una sensibilità che abbiamo potuto raggiungere solamente grazie all’utilizzo di software specifici e di due gallerie del vento diverse.

Un feedback importante è stato dato sul materiale dell’imbottitura, che è infatti stato cambiato per migliorarne la velocità di asciugatura, o il controllo della temperatura e sudorazione. La versione finale di questo restyling è piaciuta molto agli atleti dal punto di vista prestazionale e del comfort.

Vi sono già dei Team World Tour che hanno deciso di utilizzarlo nelle competizioni ufficiali? Se così fosse, che ritorno d’immagine pensate di ottenere dalle sponsorizzazioni?

Il Team INEOS Grenadiers sta già utilizzando Protone Icon e al momento è il solo team WT che sponsorizza KASK. Altri team, come Eolo Kometa, Ceratizit, Valcar e il team delle Fiamme Oro lo stanno ricevendo e lo utilizzeranno dalle prossime gare.

La vittoria di Daniel Martinez al Giro dei Paesi Baschi il giorno dell’uscita ufficiale di Protone Icon è stato il migliore ritorno di immagine. Un’entrata in scena in grande stile.