I dati appena comunicati da Confindustria ANCMA sull’andamento del mercato bici in Italia nel corso del 2018 certificano un trend ormai consolidato anche nel nostro paese caratterizzato da una inarrestabile crescita del settore e-bike.

Sono state infatti ben 173.000 le unità vendute l’anno scorso con un nuovo incremento a doppia cifra pari al 16,8%, un volume certamente lusinghiero anche se ancora lontano dalle performance registrate in altri paesi europei, Germania su tutte dove il 2018 ha visto raggiungere la strabiliante cifra di quasi un milione di e-bike consegnate al pubblico.

L’Italia comunque mostra di avere tutte le carte in regola per recuperare almeno in parte uno svantaggio dovuto soprattutto ad una certa diffidenza di rete di vendita ed operatori nei confronti del prodotto nei primi anni della sua affermazione.

Basta ricordare che solo tre anni fa la percentuale di punti vendita interessati a trattare la bici a pedalata assistita era nettamente minoritario.

Oggi anche il mondo della produzione guarda con interesse all’e-bike e, grazie all’intraprendenza di numerosi costruttori quali Atala, FIVE, Polini, Piaggio, Bikeebike, solo per citarne alcuni, mette a disposizione prodotti completamente made in Italy, equipaggiati con drive systems progettati e realizzati in Italia, in grado di competere con i maggiori player mondiali del settore. 

Non a caso il dato di produzione 2018 ha segnato un incremento del 290% rispetto all’anno precedente raggiungendo il livello di 102.000 pezzi e dimostrando di saper sfruttare al meglio anche l’introduzione dei dazi antidumping UE sulla concorrenza sleale delle biciclette elettriche provenienti dalla Cina.

Anche l’export ne ha beneficiato toccando il valore di 42 milioni di euro, +300% rispetto al 2017.

A differenza degli altri anni, ANCMA non ha fornito indicazioni sulle tipologie di prodotto prevalenti ma, riteniamo che a “tirare la volata” nel comparto e-bike siano ancora le e-Mtb che l’ultima rilevazione disponibile indicava al 65% delle vendite.

Fattore, questo, che testimonia come la bici a pedalata assistita abbia saputo modificare la sua immagine, sino a pochi anni fa ancora di prodotto valido solo per la città, e di conseguenza allargare la sua clientela potenziale.

Bici tradizionali in flessione

Non mancano però le ombre nella rappresentazione dei dati del mercato del ciclo 2018, essenzialmente costituite dalla flessione registrata dalle vendite di biciclette tradizionali valutata nel 7,6%.

Il volume di bici tradizionali disponibili per la vendita, infatti, depurato dal dato delle e-bike, è passato da 1.540.000 unità conseguite nel 2017 a 1.422.000 nel 2018, a conferma di un trend che evidenzia il perdurare di una certa difficoltà sul mercato e probabilmente la presenza di stock in rete da esitare.

Questi valori, sul piano puramente numerico, attenuano in parte l’enfasi per il successo riportato dall’e-bike e portano a chiudere l’anno con una flessione globale (bici tradizionali + e-bike) nell’ordine del 5,5%.

Positivi comunque i dati relativi alla produzione, pressoché rimasta invariata con 2.445.000 unità ed il saldo della bilancia commerciale pari a +43 milioni di euro rispetto al 2017.

A commento dei dati il Presidente di Confindustria ANCMA, Andrea Dell’Orto, ha sottolineato “il grande potenziale di sviluppo ulteriore del comparto e di tutta la filiera collegata ad esso“Investire di più e meglio sulla cultura della bicicletta, sulle infrastrutture ciclabili e la promozione del cicloturismo nel nostro Paese può infatti creare opportunità di crescita molto importati. L’industria di riferimento – ha aggiunto Dell’Orto – è pronta a fare la propria parte e sta dimostrando grande dinamismo e lungimiranza, ma al Governo e alle Istituzioni locali chiediamo uno sforzo in questa direzione, perché le ricadute economiche e occupazionali possono essere molto rilevanti”.

Photo via MATEbike on Facebook

Il confronto con l’Europa

Una migliore comprensione dei risultati nazionali si può però avere osservando che il 2018, generalmente, è stato un anno molto positivo per la bici sia a trazione elettrica che muscolare nei principali paesi europei grazie anche a condizioni climatiche favorevoli che hanno, in molti casi, dilatato la stagionalità del prodotto.

E’ così accaduto in Germania dove, come attesta la ZIV, Associazione tedesca dei produttori, importatori e distributori di cicli, componenti ed accessori, il mercato totale ha invertito la tendenza del biennio precedente ed ha segnato una crescita del 8,6% a cui hanno contribuito sia le bici tradizionali (+2,8%) che le e-bike (+36,11). 

Queste ultime addirittura hanno raggiunto lo straordinario risultato di 980.000 unità vendute con benefiche ricadute sul fatturato globale dell’intero settore (+16,3%) 

Non diversa la dinamica in atto in Olanda, secondo quanto diffuso dalla RAI, l’associazione nazionale industriale del ciclo, i cui dati mostrano come nel 2018 il mercato totale abbia superato il milione di unità vendute con una crescita del 7,5% facendo lievitare il fatturato del 25%.

Anche in questo caso l’e-bike ha fatto la parte del leone con 409.400 unità vendute (+39%) ma la bici tradizionale ne ha tratto ugualmente giovamento e soprattutto nella tipologia da città e corsa mostra importanti incrementi di fatturato.

Secondo i dati dell’Osservatorio francese della bicicletta, nel 2018 il mercato transalpino ha toccato complessivamente 2,7 milioni di unità vendute di cui il 13% elettriche per un volume di ben 338.000 unità (+21%).

Ciò ha fatto beneficamente aumentare il valore di mercato delle vendite anche se, un po’ come accaduto in Italia, il volume totale ha registrato una flessione del 3,5% completamente imputabile alle bici tradizionali.

Positivi i risultati conseguiti anche in Austria dove su un mercato 2018 di 457.000 unità (+10,4% rispetto al 2017), ben 150.000 circa sono state e-bike, ed in Svizzera che con 110.000 e-bike vendute (+27%) ha raggiunto il livello complessivo di 345.000 bici immesse sul mercato.