Di biciclette azionate da alberi di trasmissione se ne parla da quasi un secolo: solo con i progressi fatti negli ultimi anni però i prodotti oggi disponibili risultano più silenziosi, più puliti, meno soggetti a danni e a manutenzione. E’ ormai indubbio che i modelli senza catena (tra cui Nubike) stiano aumentando e stiano spingendo sempre di più per emergere e ricavarsi anche loro una fetta di mercato.

 

Biciclette senza catene

Pensando alla bicicletta la maggior parte delle persone immagina un manubrio, due ruote, una sella, una coppia di pedali attaccati ad una catena e poco altro. La bici in effetti è sostanzialmente questo, per quanto ci sono differenze sotto il profilo qualitativo e prestazionale di queste componenti anche se pochi modelli si spingono a mettere in discussione i principi base di funzionamento

byAr Bike è però uno di questi, un modello che va a scardinare (in tutti i sensi) la catena dalla bicicletta, sostituendola con un albero di trasmissione nascosto nel telaio

Avevamo già conosciuto questo sistema con il CeramicSpeed Driven Project, un rivoluzionario concept di drivetrain che puntava ad ottimizzare le risorse energetiche erogate dal ciclista proprio sostituendo alla catena un albero di trasmissione. Esattamente come un ingranaggio, questo strano metodo consente, secondo i produttori, di risparmiare fino al 49% di energia altrimenti dispersa in attrito.

La presentazione del prototipo è avvenuta durante l’Eurobike 2018 e dopo quasi un anno non si sa ancora molto riguardo ad una sua uscita nel mercato. 

byAr Bike invece esiste (certo non è uguale al Ceramic Speed, in quanto quest’ultimo è pensato per bici muscolari e quindi anche con le marce), si può acquistare e promette davvero bene.

 

Design e funzioni di classe

L’azienda olandese che ha progettato questo modello ha pensato davvero a tutto. Si tratta di una bicicletta proposta in due versioni, una muscolare ed una elettrica, quest’ultima dotata di un motore da 250 W collocato nel mozzo posteriore e di una batteria da 160 Wh a ricarica rigenerativa. Salta subito all’occhio il telaio, minimale e con uno spiccato senso estetico voluto appositamente dall’azienda per puntare ad un target attento al lusso. Le altre caratteristiche della bici sono molto interessanti.

Le ruote sono composte da raggi ultrasottili e da pneumatici con rivestimento esterno in kevlar e stratificazione interna in gel antiscivolo e schiuma espansa; i freni a disco idraulici hanno i cavi nascosti nel telaio per mantenere pulita la linea, scelta portata avanti anche per quanto riguarda l’antifurto posteriore prodotto appositamente da AXA e consistente in un semplice foro nel quale fare passare un cavo. Non mancano ovviamente le luci, alimentate da una dinamo anche lei accuratamente celata. E’ dotata anche di un sensore di pendenza che rileva se la bicicletta è orizzontale e in caso di incidente o di furto può essere rintracciata tramite GPS. Ma come avrete capito il pezzo forte è la parte del motore.

 

Un motore tutto italiano

L’ingegnoso motore posteriore Motor Bike + utilizzato da byAr è prodotto da Zehus. L’azienda italiana produce motori all-in-one che alimentano biciclette prodotte da decine di aziende, dai piccoli ai grandi marchi del ciclismo come ad esempio Sparta. Questi motori sono interessanti per i produttori che cercano di elettrificare le loro bici contenendo costi, dimensioni e ottimizzando le risorse energetiche. Immancabile ovviamente l’app dedicata che consente di scegliere tra sette diverse modalità di alimentazione: Turbo, E-bike, Range 1, Range 2, Range 3, Bike + e Off. Turbo è la modalità pedalata assistita “full” con un’autonomia fino a 35 km. La distanza da una singola carica si estende fino a 90 km se invece optiamo  per la modalità Range 3

Bike + è la modalità rigenerativa: su piccole pendenze, discese e ogni qual volta abbiamo raggiunto almeno la velocità di 10 km/h, pedalando all’indietro possiamo andare a ricaricare la batteria

 

byAR, alcuni punti deboli

Per le persone che guidano su terreni prevalentemente pianeggianti l’operazione di ricarica tramite cavo si riduce a pochi episodi, ma qualora avvenga ci bastano tre ore per un recharge completo. Purtroppo la batteria non è estraibile e dobbiamo tenerne conto se non disponiamo di un posto-bici a livello strada. Inoltre la modalità Turbo può sopraffare rapidamente sul rapporto di trasmissione a velocità singola della bicicletta: una volta arrivato a circa 22 km / h  c’è il rischio che i piedi girino a vuoto e per comodità conviene abbassare l’assistenza almeno in modalità Range 1. byAr dovrebbe in ogni caso riuscire a coprire fino a 160 km con un “pieno”, probabilmente però se ci mettiamo del nostro con la pedalata rigenerativa, anche perché di suo la bici non è leggerissima (circa 25 kg). Il motore Bike + si spegne automaticamente dopo due minuti di inattività.

Per adesso destinata al solo mercato olandese in modo da verificare come si comporta il primo lotto di produzione, è venduta a 3.500€/ 4.000€ (a seconda degli optional scelti) ed è possibile prenotare una guida di prova prima di acquistarla

Il rapporto qualità/prezzo di questa bici è ottimo, risulta forse un po’ “ingessata” nella sua struttura ma dovrebbe comunque essere molto comoda per i city biker. Attendiamo la sua diffusione per avere maggiori informazioni da chi avrà cominciato ad utilizzarla.