Eccoci di nuovo qui: questa volta all’interno di Bici&Salute tratteremo un argomento molto dibattuto, ossia le eterometrie degli arti, responsabili della fastidiosa sensazione di spinta asimmetrica nella pedalata. 

Massimo Parachini, diplomato in Osteopatia, e membro di TotalSportLab, ci spiegherà di che cosa si tratta. 

Dismetrie ed eterometrie: che cosa sono?

Dunque, per iniziare facciamo una doverosa premessa: le dismetrie e le eterometrie sono due cose ben diverse. 

Le dismetrie delle gambe sono differenze tra i due arti inferiori ma di tipo posturale o dovute ad altri fattori, come le tensioni muscolari. Queste sono molto diffuse, soprattutto nella società moderna dove la posizione seduta è tenuta mediamente per molte ore al giorno. 

Le eterometrie invece sono differenze ossee accertate. Sopra i 5mm iniziano ad essere rare, sopra il centimetro sono rarissime e dovute per lo più a traumi o malattie ossee avute nell’adolescenza o, più probabilmente, durante l’infanzia. 

 

 

 

Spinta asimmetrica nella pedalata: compensare è utile?

Purtroppo molti ciclisti, magari non molto esperti in materia, sentendo differenze di spinta tra le gambe o una seduta non simmetrica sulla sella si convincono di avere differenti lunghezze degli arti.

Influenzati da queste sensazioni ricorrono ad una compensazione tramite solette aggiuntive nelle scarpette e/o spessori. 

spinta asimmetrica nella pedalata
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In realtà, proprio questi compensi possono essere davvero pericolosi per l’equilibrio della postura del nostro corpo, e, una volta che il nostro organismo perde l’omeostasi (ossia, la stabilità) raggiunta precedentemente, si rischiano problemi a cascata ad articolazioni, schiena e muscoli.

Questi ultimi, in particolare, sono soggetti a stress in quanto, lavorando in maniera diversa (soprattutto gli stabilizzatori), andranno facilmente incontro a tensioni.

 

 

Accertare una eterometria, a chi rivolgersi?

Inoltre, c’è da aggiungere che anche nel caso in cui si possa parlare di eterometria bisogna prima capire dove si trovi la differenza, se nel femore o nella tibia, e poi eventualmente compensare.

Se compensassimo, infatti, una differenza di femore tramite spessore non faremmo altro che acuire la disparità di spinta tra le due gambe, dal momento che aggraveremmo la differenza di rapporto femore-tibia tra le due gambe e, quindi, la leva effettiva. 

 

 

Il mio consiglio è quindi quello di rivolgervi sempre a un professionista qualificato – e non intendo noi biomeccanici – che si occupi di postura, chiedendo consiglio su come affrontare la situazione. Solo in seguito avrà senso andare da un biomeccanico qualificato per arginare il problema in sella, avendo a quel punto chiara la situazione da affrontare.