Pedalare con gli auricolari è una cosa che non andrebbe fatta. Tuttavia sembra non sia necessario vietarlo per legge. I ricercatori dell’Università di Gand sono giunti alla conclusione che la sicurezza stradale non viene compromessa, ma non vale in tutti i casi.
La ricerca
In passato sono state condotte molte ricerche per capire se l’ascolto di musica interferisse o meno con la capacità di percepire segnali uditivi e visivi. Ad oggi però non era ancora chiaro fino a che punto influisse sulla capacità di un ciclista di rilevare e interpretare situazioni pericolose nel traffico. Un team di ricercatori dell’Università di Gand, in Belgio, ha quindi condotto un interessante studio atto a comprendere meglio la cosa. Ai partecipanti è stato mostrato un videoclip in cui ad un certo punto si presentava una situazione di pericolo. I ciclisti che si sono prestati allo studio sono stati divisi in tre gruppi: controllo, passivo e attivo. Il gruppo di controllo ha fatto il test senza ascoltare musica; il gruppo passivo e quello attivo invece dovevano ascoltarla, ma al gruppo passivo è stato chiesto di ignorare la musica, mentre a quello attivo è stato chiesto di alzare la soglia e prestare attenzione anche ai testi.
Risultati strani
La conclusione è stata abbastanza sorprendente poiché non sono emerse sostanziali differenze nella velocità di reazione tra i gruppi, in nessuna delle tipologie di analisi effettuate. I ricercatori stessi sembrano essere piuttosto increduli, tanto più che ricerche precedenti hanno dimostrato come tutti i conducenti (automobilisti e ciclisti) abbiano difficoltà a svolgere un compito in più oltre a quello di guidare. E anche perché, banalmente, quando si indossano gli auricolari spesso non si sentono altri segnali sonori. Questi risultati possono essere in parte spiegati dal fatto che per l’esperimento sono stati coinvolti ciclisti esperti. Indipendentemente da ciò, i ricercatori concludono che non ci sono ancora prove sufficienti per vietare l’ascolto di musica mentre si pedala, ma che l’ascolto nel traffico potrebbe ancora avere conseguenze in determinate condizioni o in determinati gruppi a rischio come i bambini.
La “visione a tunnel”
Ricordiamo anche (ne avevamo parlato qui) di uno strano fenomeno chiamato “visione a tunnel” che si innesca anche attraverso il canale uditivo e riguarda tutti i conducenti di veicoli. Si tratta di una particolare condizione dovuta all’immersione quasi totale in un’attività secondaria che ci assorbe più di un altra primaria che stiamo nel frattempo svolgendo (in questo caso quella di guidare), compromettendone i riflessi dedicati. Uno psicologo dell’Università dello Utah, ha scoperto che le persone possono entrare in questo stato anche durante una conversazione telefonica, indipendentemente dal fatto che stiano tenendo o meno un telefono in mano, quindi sostanzialmente attraverso stimoli sonori. Insomma isolarsi acusticamente nel traffico non è una grande idea, e forse non serve tirare in ballo la scienza per capirlo.