Le bici elettriche stanno avendo un grande successo in questo 2017. Una schiera di modelli può essere trovata facilmente, dalle mountain bikes, ai concept, all’impachettabile Gocycle G3, per soddisfare anche i palati più esigenti. Ma se il vostro gusto, l’idea di bello con cui immaginate la bici dei vostri sogni, la identificate nel design vintage non crediate di essere tagliati fuori.
Esiste un’intera gamma di biciclette che ripropone il fascino del look retrò anni ’50, abbinandolo alle nuove tecnologie attualmente disponibili. Il risultato, come vedremo, è davvero singolare, soprattutto perché quel contrasto anacronistico che sembra dover emergere, in realtà non c’è. E per un motivo preciso. Le vesti di queste biciclette sembrano infatti accompagnarsi benissimo con l’idea di elettrificazione, uno strumento a nostra disposizione che quasi inevitabilmente associamo al moderno, al futuristico, al nuovo. Tuttavia questa visione è spesso soltanto il frutto di operazioni di marketing ben congeniate, necessarie a far lievitare le vendite non grazie a prodotti realmente innovativi, ma piuttosto alla diffusione di uno stereotipo che li identifica come tali.
Bici elettriche ne esistono dal secolo scorso, e l’unico motivo per il quale il settore non riuscì ad affermarsi furono le dimensioni ed il peso delle batterie. Se andassimo a vedere i telai prodotti nei primi decenni del secolo scorso ci sembrerebbero molto avveniristici, seppur avvolti dal sapore fantascientifico che dominava l’immaginazione in quel periodo. Scopriremmo poi che elettrificazione e bici sono sempre andate a braccetto, nonostante ci sia voluto quasi un secolo affinché questo sodalizio si concretizzasse. Scopriremmo quindi che il nostro passato prossimo è stato un momento molto prolifico tecnologicamente, e che anche la nostra percezione nei suoi confronti è in fondo quella di un epoca viva di ricerca e sperimentazioni. Poi è arrivato il digitale. La bicicletta però è un mezzo meccanico, non digitale, ed il periodo d’oro della meccanica è stato la prima metà del secolo scorso: ecco perché non avvertiamo l’anacronismo di cui si diceva poco sopra.
Le biciclette in questione fanno parte di una serie chiamata Vintage Electric Bike, e ad una prima occhiata sembrano quasi motociclette. I modelli disponibili sono quattro: Cruz, Scrambler, Outlaw e Tracker. Nonostante il look differente, tutte condividono delle performance di tutto rispetto, a cominciare dalla velocità che è possibile switchare in due modalità, Race a 57 km/h e Street a 32 km/h, per stare entro i termini di legge. Il pacchetto batteria, da 52v e 12,5 mAh, si trova al centro, è rimovibile ed è possibile ricaricarla in 2 ore, con la quale sarà possibile coprire 56 km di distanza usufruendo anche della frenata rigenerativa. I prezzi oscillano tra i 4995$ e i 6995$, ma il grado di personalizzazione è davvero elevato e ogni componente è progettato fino all’ultimo dettaglio a cominciare dai materiali di prima scelta, come si può vedere da un elenco specifiche davvero ben fatto.
La bellezza di queste biciclette dunque non è solo estetica, sono dei mezzi di trasporti resistenti, concepiti per durare, un po’ come le cose che venivano fatte una volta: delle biciclette che non sono innovative ma che hanno l’inestimabile pregio di concretizzare un’idea, di portare finalmente a termine la visione che i nostri antenati hanno avuto e che non sono riusciti a vedere realizzata.