Ci eravamo tanto illusi che la classe politica avesse preso coscienza dell’importanza della sicurezza dei ciclisti stanziando circa 94 milioni (47+47) inseriti come spesa per il 2023 e il 2024 nel Fondo per la ciclabilità istituto dalla legge di bilancio 160/2019 (art. 1 comma 47).

Nella bozza della nuova legge di bilancio 2023, non ancora recepita, recentemente bollinata dalla Ragioneria dello Stato e caricata ufficialmente nel sito della Camera, quei finanziamenti spariti. Sono stati riassorbiti e destinati ad altri scopi nel settore trasporti.

In sostanza cosa è successo?

La precedente legge di bilancio prevedeva nell’articolo 1 comma 47 il cofinanziamento di interventi finalizzati alla promozione e al potenziamento di percorsi di collegamento urbano destinati alla mobilità ciclistica istituendo un Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.

Il suddetto Fondo avrebbe finanziato al 50 % il costo complessivo degli interventi di realizzazione di nuove piste ciclabili urbane posti in essere da comuni ed unioni di comuni. Questi ultimi, all’atto della richiesta di accesso al Fondo, avrebbero dovuto comunque dimostrare di aver approvato in via definitiva strumenti di pianificazione dai quali avrebbe dovuto essere evidente la volontà dell’ente di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana.

Sono stati molto pochi i comuni o unioni di comuni che hanno aderito al Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e quindi il “treno è stato perso”. L’Italia ha ancora un grosso gap di ciclabilità urbana ed extraurbana. Le recenti tragedie che hanno coinvolto ciclisti, indipendentemente dalla loro notorietà, non sono accettabili. Come non è accettabile una classe politica che si dimostra insensibile al problema.

Nei tanti viaggi istituzionali suggerirei loro di andare a veder cosa viene fatto in Olanda, in Germania o Francia (per citarne alcuni) e rendersi conto di quante azioni si potrebbero fare in favore di sicurezza, turismo e benessere.

Speriamo che le tante manifestazioni di disappunto arrivino a destinazione e che nelle versioni successive della bozza di legge di bilancio che sarà discussa alla Camera continueranno ad esserci i finanziamenti necessari per piste e biciclette.C’è ancora tempo per ravvedersi perché è una questione vitale per la ciclabilità e il cicloturismo italiano.