Il bike sharing come forma di mobilità agile, non inquinante ed economica: su questi punti siamo tutti d’accordo. Cosa fare però in quelle città che nel loro dna hanno colline e, quindi, salite? Ecco allora spuntare la magica “e” davanti al termine bike.

Panacea di tutti i mali del ciclismo condiviso, l’impiego di bici a pedalata assistita tra i servizi di mobilità urbana è ancora poco diffuso ma sta senz’altro prendendo piede.

Da ultima è la città statunitense di Seattle a far sapere di stare per rimpiazzare il suo attuale bike sharing – il Pronto Cycle Share – con altrettante due ruote elettrificate fornite dalla compagnia canadese, di stanza in Quebec, Bewegen.

Più pesanti delle normali biciclette e per questo criticate da alcuni media locali, le e-bike che entreranno in servizio nella città americana pare che attirino soprattutto per la loro vicinanza ad uno scooter in quanto a possibilità di utilizzo.

In particolare, già nei test ride effettuati in loco è apparso chiaro che la pedalata assistita aiuta non poco nelle salite collinari della città: un dettaglio, questo, che le farebbe preferire a prescindere.

Nell’arco di circa 16 settimane Seattle dovrebbe quindi avere il suo bike sharing elettrico: non il primo degli States e, con tutta probabilità, non l’ultimo.

In Europa le bici a pedalata assistita si trovano ancora raramente inserite nei servizi di mobilità condivisa, con le prime applicazioni in Gran Bretagna e Danimarca anni or sono, ma potrebbero presto o tardi costituire un’altra fetta di espansione per il mercato della pedalata assistita.