Li chiamano “shop in a box”, in Italia a volte sono definiti “temporary store”, ma il concetto è sempre lo stesso: essere nel posto giusto al momento giusto. Ad impatto zero, possibilmente. La dimostrazione che si tratta di un modello di business funzionante e applicabile al mondo della bicicletta a pedalata assistita arriva dall’esperienza di QUIKbyke, un “e-bike rental” alloggiato in un container – autosufficiente grazie alla produzione di energia solare – che ha trascorso la stagione estiva a spasso per gli Stati Uniti.

Puntando soprattutto sul turismo stagionale e sulle località invase dagli sbarchi di croceristi, QUIKbyke si è traslato di località in località per farsi trovare sempre pronto a noleggiare una delle sue 6 e-bike a quanti fra i visitatori vacanzieri cercassero un’alternativa a bus e taxi.

Il risultato è stato positivo, tanto che, dopo un’estate trascorsa ad Omaha, in Nebraska, QUIKbyke si è fatto spedire a St.Petersburg, in Florida, proprio per assecondare i flussi dei croceristi.

Già, perché uno dei vantaggi di avere un container per amico è la sua facile trasportabilità: l’installazione di un sistema di energy storage al suo interno e di una pannellatura fotovoltaica sul tetto non ne hanno infatti modificato la struttura, lasciandolo adatto al trasporto su gomma come via nave.

Ciò implica una flessibilità notevole e la possibilità di trasferire in poche ore tutta la logistica di un punto vendita completo, prodotti inclusi, in località distanti migliaia di chilometri tra loro e di riprendere quindi l’attività laddove più opportuno.

Una soluzione ottimale per un lavoro legato alla stagionalità come il noleggio di e-bike a fini turistici, specie se effettuato in zone che climaticamente sono adatte alle pedalate di massa solo per una finestra di pochi mesi l’anno.

Totalmente autosufficiente, QUIKbyke ha solo bisogno dello spazio a terra per essere posato, nessun allaccio infrastrutturale: l’energia prodotta e stivata si è dimostrata fin’ora sufficiente ad alimentare la rete elettrica del negozio, luci a LED e Wi-Fi incluso, oltre che a ricaricare le batterie delle e-bike noleggiate.

A chi è venuta l’idea, vi starete chiedendo. Ebbene, QUIKbyke è un progetto di tal Bill Moore, già noto nel mondo della mobilità sostenibile d’oltreoceano in quanto fondatore di EV World, uno dei più grossi siti di informazione sul mondo della mobilità elettrica.

QUIKbyke è uno spin-off presieduto da Moore stesso, che vorrebbe esportare la sua idea addirittura ai Caraibi, lanciando un franchising con il quale far proliferare i suoi container porta-ebike.

Ci riuscirà? Chissà. Intanto, però, l’esempio è tutt’altro che da scartare: non potrebbe essere un modello ripetibile anche dalle nostre, turistiche, parti sfruttando il volano della diffusione della pedalata assistita?