L’amministrazione di Pisa è arrivata a coniare un termine per definire quel che sta accadendo sul proprio territorio: “ciclopisazione”. In effetti il neologismo rende bene l’idea di un fenomeno che pare inarrestabile e sorprendente persino in una località storicamente legata all’uso della bicicletta.

Ciò che stupisce Comune, promotore del bike sharing, Bicincittà, azienda torinese che lo gestisce, e anche l’occhio attento della Fiab, sono i numeri che connotano la condivisione delle due ruote in quel di Pisa: 5300 abbonati, 170 bici e 1000 prelievi delle stesse al giorno. Una media di 6 utilizzi quotidiani per ogni bici, cosa che sarebbe normale vedere a Milano o Torino, metropoli nelle quali l’utenza non è però lontanamente paragonabile alla piazza pisana.

Dove sta il punto? Probabilmente, come suggerisce la Fiab, nel mix di abitanti che si spostano ai piedi della torre pendente: con 50mila matricole universitarie l’anno (moltissime delle quali trasfertiste, aggiungiamo noi) convolare ad abbonamento per 25€ l’anno è cosa facile.

Non sarà un caso che oltre il 70% degli abbonati si ritrovi tra gli iscritti all’università.

Un utilizzo, dunque, per necessità e per comodità: Pisa si gira agevolmente anche a piedi, in bici diventa uno scherzo attraversarla; ecco a maggior ragione fare comodo le ben 24 stazioni di prelievo e rilascio delle bici, che coprono il territorio urbano.

Una copertura che sia il Comune, sia Bicincittà, vogliono potenziare con la candidatura a ricevere un finanziamento per mano del Ministero dell’Ambiente di un ambizioso progetto di mobilità condivisa tra Pisa ed i Comuni dell’area limitrofa come San Giuliano Terme.

Qualora andasse male, né Pisa, né l’azienda torinese hanno intenzione di abbandonare il progetto e si dicono pronte a cercare altrove le fonti per aumentare stazioni e bici: CicloPi è diventato una questione di immagine per la stessa Bicincittà, che pur gestendo anche BikeMi (Milano) e ToBike (Torino) vede proprio in nel servizio toscano il suo fiore all’occhiello.

È un caso studio sotto tutti i punti di vista, come si evince dalle parole dell’architetto Marco Bertini dell’Ufficio Bici di Pisa, socio Fiab, quando rileva l’assenza di vandalismi ai danni di bici come di infrastrutture, invece tanto diffusi altrove in Italia.

È anche per via di questo amore scoppiato tra i Pisani e CicloPi che il gestore del servizio intende promuovere una serie di incentivi: si va dai benefit per chi riporta le bici nei punti di prelievo più richiesti a diverse tariffazioni per gli usi serali e notturni, passando per una manutenzione in tempo quasi reale, con comunicazione via Whatsapp e ciclosoccorso, anch’esso in (cargo) bike.

A San Valentino sono state addirittura realizzate delle tessere abbonamento in edizione limitata: oggi Morandi dovrebbe riscrivere il testo di una sua notissima canzone, perché anche “per andare a trovare la bimba mia” il must è la bicicletta. Almeno a Pisa.

photo credit: _nur Ciclopi. Pisa pedala in grande via photopin (license)