Già nel 2011 Pinarello aveva annunciato di aver avviato una campagna di sensibilizzazione e lotta alla contraffazione attraverso la sua pagina facebook. Lo scorso anno il gruppo ha deciso di avvalersi della consulenza di Convey, un’agenzia internazionale specializzata nella lotta alla contraffazione e nella protezione dei brand. All’inizio di questa battaglia, che appare essere entrata nella fase più accesa, Pinarello aveva monitorato circa 42.000 aste on line in cui veniva venduti telai contraffatti, per un fatturato complessivo di circa 300.000 € l’anno. Grazie all’azione dell’agenzia e ad una politica di informazione puntuale e mirata, negli ultimi 2 mesi del 2013 il gruppo è riuscito a far chiudere circa 16.000 aste, circa il 38% del mercato stimato dei falsi, stando a quanto riporta il sito specializzato BikeRadar. Ad onor del vero, sul sito ufficiale del gruppo trevigiano, nella specifica sezione dedicata a questo problema, il contatore indica poco più di 14.000 le aste contraffatte bloccate negli ultimi sei mesi, con circa 200 shop on line chiusi.
Si tratta sempre di un numero ingente, che ha ridotto sensibilmente il danno per il gruppo, perché, come ha ricordato l’amministratore Luciano Fusar Poli, i falsi arrecano un doppio danno: alla salute degli acquirenti, perché realizzati senza il rispetto delle normative, e al gruppo, che vede sottrarsi una parte di introiti e svalutare il marchio con prodotti non di qualità.
In qualsiasi caso la battaglia è ancora lontana dall’essere conclusa, anche se il numero dei falsi che si possono acquistare online sta ormai calando e la strada intrapresa comincia a dare i primi segnali, importanti soprattutto nei confronti dei distributori e dei venditori. Una battaglia ancora più dura se è vero, come riporta sempre BikeRadar, che Pinarello in questi mesi ha anche perseguito quattro tedeschi e tre belgi che hanno acquistato prodotti contraffatti e per poi venderli ad altri consumatori. Uno dei belgi è stato anche multato per la miscelazione di falsi con i prodotti reali nel suo negozio e per aver fornito fatture false per merci di dubbia provenienza.
Pinarello ricorda che ogni suo telaio è tracciabile attraverso il numero di serie posto sotto il movimento centrale e che pertanto attraverso quello è possibile verificare in breve tempo se si è in presenza di un falso o di un originale.
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