Scattata la riconferma dei dazi anti-dumping UE nei confronti dell’import Made in China, Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ha commentato ufficialmente l’approvazione definitiva del Regolamento Europeo che sancisce gli aggravi per le biciclette prodotte in Cina.

La norma, che prevede il mantenimento dei dazi sulle due ruote fabbricate nella RPC, con l’estensione a quelle biciclette che arrivano nominalmente da un parterre di altre nazioni del Sud-Est asiatico e del Nord Africa, è vista con favore dall’associazione di categoria degli industriali italiani.

Una tutela per gli interessi di 250 imprese

Ancma rivendica una fetta di paternità sul nuovo regolamento europeo, la cui approvazione definitiva arriva in seguito ad un lavoro definito “corale e serrato” nella comunicazione ufficiale diramata dall’Associazione.

Il commissario Giannetto Marchettini ha affermato che: «il beneficio della concorrenza sul mercato è un valore fino a quando resta leale: questo limite è stato superato ed è giusto condurre queste battaglie. È una presa di posizione che non riguarda solo aspetti economici, ma anche la tutela di un’eccellenza e della riconoscibilità del saper fare italiano fatto di capacità, bellezza, innovazione e know-how uniche».

Il passaggio di quella che era stata fino ad oggi una norma quinquennale, dunque provvisoria, a definitiva è, secondo Ancma, una vittoria per le 250 imprese che solo in Italia operano nel settore del ciclo. Proprio loro pagherebbero infatti lo scotto di un’incontrollata iniezione di merci a bassissimo prezzo sul mercato, prezzo possibile, secondo la UE, soltanto grazie ad uno sleale supporto da parte del governo cinese alle proprie industrie.

Bici in Italia, un affare da oltre 1,2 miliardi di Euro

Confindustria ANCMA da forza alla sua difesa del settore dall’import aggressivo di marca orientale ribadendo i numeri di mercato degli ultimi anni.

Il 2018, sospinto dalla crescita dei bikesharing (+147% nel solo 2017, 40mila i mezzi sul territorio), ha registrato 1.595.000 biciclette vendute sul mercato interno, con una produzione di 2.445.000 unità.

Se le biciclette tradizionali – proprio quelle tutelate da questi dazi – registrano un generale decremento del 7,6%, la pedalata assistita è balzata ancora avanti del 16,8%, vendendo 173.000 pezzi.

Un effetto positivo registrato a seguito dell’entrata in vigore nel Gennaio scorso di un’altra tranche di dazi anti-dumping, questa volta contro le ebike cinesi, si è registrato nella produzione di biciclette elettriche in Italia: 102mila unità, il 290% in più che nel 2017.

L’export dell’ebike Made in Italy è salito del 300% nel 2018, per un valore di 42 milioni di euro. Le esportazioni complessive (bici tradizionali ed E-Bike), nonostante un calo nei volumi (da 1.556.000 nel 2017 a 1.363.000) si attestano invece su 183 milioni di euro. 

Il comparto della bicicletta tradizionale impiega nel nostro Paese circa 14mila addetti, per 250 imprese ed un fatturato complessivo di 1,2 miliardi di Euro.