Cosa possa fare la passione per la propria attività di artigiano in un mondo dove la produzione industriale e la logica dei grandi numeri sembrano costantemente prevalere, è difficile da definire.
Certamente per alcuni rappresenta uno stimolo creativo in più, come nel caso di Luca Agnelli, che giusto l’anno scorso ha dato vita a Agnelli Milano Bici, punto vendita di Abbiategrasso, dove alla tradizionale bicicletta elettrica, ormai riconosciuto simbolo di una moderna mobilità, ha pensato di affiancare alcuni modelli unici nel loro genere e di propria realizzazione.

 
Agnelli, che vanta un percorso professionale in qualità di artigiano restauratore di mobili antichi oltre che di esperto produttore di ferramenta anticata e conosce l’arte di accostare la tecnologia ai manufatti del passato, ha infatti pensato di recuperare i serbatoi di moto e ciclomotori in voga negli anni post bellici, in alcuni casi addirittura di inizio novecento, e di affiancarli a moderni telai di bici elettriche.

 
L’intento è quello di dare vita a creazioni uniche ed originali dove, attraverso un sapiente gioco di adattamenti tecnici e di modifiche degli ingombri, gli antichi componenti tornano a caratterizzare la linea di moderne e-bike.
Anche la scelta degli accessori non è mai banale ed è coerente con l’immagine di una gamma prodotti che, come recita la loro presentazione, cerca di riassumere “i sentimenti più contrastanti: l’antico ed il moderno, il comodo ed il bello”.

 
Presentati in varie mostre, ultima la recente Milano Design Week, i modelli sono oltremodo curati nei dettagli e riescono a coniugare attuali motorizzazioni elettriche come il Bafang posteriore da 36V e 250 Watt equipaggiato con batterie al litio a celle Panasonic da 36V 10 Ah, con serbatoi vintage di grande impatto emotivo per tutti gli appassionati quali, ad esempio, quello del Ducati Turismo 85 del 1950 oppure del ciclomotore Guzzino 65 del 1955, del Benelli datato 1960 o ancora del Califfo 1950 o dell’inconfondibile Garelli M3 del 1960.

 
Imperdibile infine la realizzazione di un particolare modello che unisce il musetto di una icona della mobilità quale la francese Citroen 2CV del 1980 con un carretto Doniselli Modello Duomo del 1929.
Unico limite alla continuità della produzione è la disponibilità dei pezzi originali.