Tour of Oman 2014La notizia, di qualche giorno fa, è stata come un sasso in uno specchio d’acqua: l’ASO (organizzatore del Tour de France e di corse storiche come la Parigi Roubaix) ha deciso di non iscrivere le sue corse all’UCI e di uscire dal circuito World Tour. Una questione non da poco, che di fatto non gli impedisce di allestire la corsa a tappe più importante del mondo (visto che la legge francese lo permette… ma all’estero?) ma che però rende evidente la frattura all’interno del mondo del ciclismo. Se ASO decide di andare da sola, infatti, il rischio che qualcuno lo segua (RCS?) è evidente. A quel punto potremmo arrivare all’impensabile fino a pochi anni fa, ovvero la nascita di una federazione concorrente all’organismo internazionale. In quel caso si aprirebbe una lotta che non porterebbe da nessuna parte e che anzi rischierebbe di riportare indietro le lancette della storia di questo sport.
In questo clima, arriva il recente comunicato stampa del sindacato dei corridori, che prendono le distanze dall’UCI (che aveva detto di aver proceduto in accordo proprio con la CPA) e aumenta il caos.
Di seguito il comunicato stampa:

Con questo comunicato il CPA (Cyclistes Professionnels Associés) intende rispondere alla dichiarazione dell’UCI di questi ultimi giorni relativa alla decisione di ASO di uscire dal Circuito World Tour.
Il CPA non è d’accordo con l’UCI che afferma che la Riforma è stata adottata con il consenso di tutte le parti del ciclismo, compresi i corridori. L’associazione dei corridori si era infatti pronunciata a favore a patto che tutti gli stakeholders, compresi gli organizzatori, fossero favorevoli a questa nuova Riforma. Il CPA ha notato in realtà che in queste ultime settimane gli organizzatori e in particolare ASO, non sono disposti ad accettare i nuovi orientamenti dell’UCI, radicalmente diversi dal progetto iniziale.

Il CPA considera indispensabile che l’UCI tenga in considerazione le proposte delle diverse parti e che soprattutto rispetti la storia di questo sport e che lo organizzi con spirito sportivo e morale.
Il presidente Gianni Bugno lamenta inoltre che l’UCI non si sia degnata di rispondere e prendere posizione sulla lettera inviata dal CPA sul caso del documento Velon (Velon addendum) inaccettabile e illegittimo riguardo ai diritti degli atleti.

Il CPA si interroga sul silenzio dell’UCI, soprattutto nei confronti dei corridori. L’associazione dei corridori chiede espressamente all’UCI di aprire il dialogo con tutte le parti che abbiano una volontà sincera di partecipare in modo costruttivo alla Riforma del ciclismo, per dare al nostro sport il rispetto che merita.”