Sabato 25 aprile 2015, ore 17. A Roma si è appena concluso il Gran Premio Liberazione, corsa storica dedicata ai dilettanti, ora Under 23, e sul circuito iniziano a girare personaggi diversi rispetto ai corridori di poco più di un’ora fa. Si vedono barbe che neanche Luca Paolini, gambe depilate ma nemmeno tutti. C’è una ragazza, col caschetto d’ordinanza e bici da corsa. Il circuito comprende solo il tratto finale della corsa del mattino: il rettilineo d’arrivo da percorrere in avanti e indietro col percorso delimitato da birilli di plastica e curve larghe ma mai abbastanza se devi percorrerle con una bicicletta a scatto fisso. Sì, si tratta proprio di un Criterium, una gara per bici da pista, nel cuore di Roma. Si chiama “Urbe Criterium Race”. Un inizio niente male e, ancora di più, il riconoscimento da parte della Federazione, che aveva diversi dirigenti presenti all’evento: da Renato di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, a Gianluca Santilli, che in Federazione è il responsabile del settore amatoriale. E poi il pubblico, quello degli amici dei corridori, che urlava incitamenti e consigli e quello di chi era lì più o meno per caso oppure venuto apposta incuriosito e a bocca aperta a vedere come diavolo si possa fare una gara su strada con una bicicletta senza freni, dove frenare è solo questione di tecnica di guida e “skiddate” a bruciare le gomme.
Il resto è tutto spettacolo, a cominciare dall’abbigliamento dei corridori ma soprattutto per la tecnica di guida. Correre in bici è difficile, con una scatto fisso, su strade urbane, ancora di più.