È stata presentata mercoledì scorso, alla sala conferenze della Mole Antonelliana di Torino, l’impresa “Keep Brave – World Bike Challenge”, il giro del mondo in bici, ovvero 30.000 km da percorrere in 145 giorni.
L’atleta che si cimenterà in questa avventura è Paola Gianotti, 32 anni, eporediese, che in caso di riuscita (in questo caso la scaramanzia è d’obbligo) sarebbe la prima donna in Italia, la seconda nel mondo a realizzare questa impresa.
Alla presentazione sono intervenuti: Cristina Tumiatti (presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino), Giorgio Viberti (giornalista della Stampa) e Paolo Viberti (giornalista di Tuttosport) , massimi esperti di sport in Italia e autori di un libro sulla storia delle Olimpiadi invernali. Tra i presenti c’era anche lo ski-alper Paolo Rabbia, appena rientrato dalla traversata in solitaria dei Pirenei.
Gli sponsor tecnici
Cinelli ha preparato appositamente per Paola Gianotti, la bici Hobo in acciaio al niobio così da garantire una considerevole resistenza, rendendola adatta alle lunghe distanze e ai sentieri dissestati. Le altre parti, forcella e sterzo, sono invece caratterizzate da guaine protettive per impedire l’infiltrazione di granelli all’interno dei componenti. Inoltre, tutta la bicicletta è sottoposta ad uno speciale trattamento never-rust: un processo elettrochimico integrale di protezione per la salvaguardia dalla corrosione anche della parte interna delle tubazioni.
Michelin invece ha fornito 70 camion di pneumatici Pro4 Endurance e Pro4 Grip. Il primo è conosciuto per la sua notevole durata e per la specifica protezione rinforzata contro tagli e forature. Questi pneumatici presentano infatti un battistrada bi-mescola, sviluppato per massimizzare la resistenza all’usura e l’aderenza in curva. Inoltre, l’associazione della carcassa 110TPI e della tela di rinforzo posizionata da cerchietto a cerchietto ottimizza la resistenza alle forature.
Per le condizioni estreme, Paola Gianotti avrà a disposizione lo pneumatico Michelin Pro4 Grip, che permette di pedalare in sicurezza quando fa freddo, su strade bagnate e/o in cattivo stato, grazie alla mescola di gomma specifica, efficace su tutti i tipi di strade e a qualsiasi temperatura, alla scultura specifica sulle spalle, che permette di ottimizzare il grip in curva, al profilo dello pneumatico, che crea una maggiore area di contatto al suolo in curva.
Michelin Pro4 Grip è inoltre dotato di protezione anti-foratura, grazie alla tela di rinforzo in aramide (fibra leggerissima e molto resistente), che permette di resistere agli eventuali micro tagli al centro e sulle spalle, e alla tela di protezione che copre tutta la superficie di rotolamento dello pneumatico.
Tutte le gamme di pneumatici Michelin sono espressione della strategia Michelin Total Performance, in cui innovazione e alta tecnologia contribuiscono al miglioramento costante e simultaneo di prestazioni tra loro antagoniste, senza che una vada a scapito di un’altra.
INTERVISTA A PAOLA GIANOTTI
Da dove nasce l’idea di quest’impresa?
Nella mia vita ho sempre avuto due passioni: quella del viaggio e quella della bicicletta. La realizzazione di questa impresa è la coronazione di un sogno, che non è solo sportivo, perchè da quando si è concretizzato è sfociato anche nel sociale. Il mio obiettivo durante questo viaggio è quello di portare un messaggio di positività. È per questo motivo che ho deciso di appoggiare la lega antivivisezione LEAL e la World Food Program, la più grande organizzazione umanitaria, da anni impegnata a combattere la fame nel mondo.
Che tipo di allenamento hai dovuto affrontare?
Non sono una professionista, pedalavo per passione come e quanto volevo. Quest’anno invece ho seguito un piano di allenamento specifico su bici, alternata a piscina e palestra.Parallelamente, per il restante 50% del tempo, sono stata seguita da Maria Luisa Monticelli, psicologa e psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitiva, esperta in psicologia dello sport, che mi ha insegnato ad affrontare le eventuali difficoltà che potrei incontrare lungo il percorso e che, grazie alle nuove tecnologie, avrò la possibilità di contattare anche nei momenti in cui sarò via.
Quale sarà il tuo regime alimentare?
In questo periodo ho preparato il mio corpo a ricevere uno sforzo fisico prolungato e cerco di alimentarmi nel modo più corretto possibile, integrando tutto quello che vado a perdere durante le pedalate; mangio spesso latticini, carboidrati e tantissime proteine. A colazione, per esempio, mangio la pasta che consente di rilasciare i carboidrati nel lungo periodo.
Ci sono degli aspetti che ti fanno paura?
Sì, ci sono tanti aspetti che mi fanno paura. Forse in questo momento, il più grande timore è la temperatura; perché dovrò pedalare con climi totalmente diversi, passerò dalla stagione invernale alla stagione estiva, dai 40 gradi della Malesia al freddo autunno delle Ande.
Durante questo lungo periodo come sarai assistita?
Avrò al seguito un camper di supporto. Ho scelto questo mezzo di trasporto perché è il veicolo con cui ho viaggiato quando ero piccola e la sua logistica mi svincola dagli orari di alberghi prenotati o dalla necessità di trovare un posto adatto per dormire. Sul camper ci saranno delle persone che mi supporteranno a livello logistico e mediatico. Il supporto tecnico è garantito invece da Luca Guercilena, già direttore sportivo di MAPEI Cycling e di numerosi campioni dello sport su due ruote e non, del calibro di Paolo Bettini, Luca Paolini, Tom Boonen e degli atleti del team Radioshack Nissan Trek. Gli si affiancherà Maurizio Mazzoleni, direttore tecnico del Centro di valutazione ed assistenza “Modus Vivendi”.
Ci puoi definire una giornata tipo?
Mi sveglierò verso le sei del mattino per sfruttare al massimo le ore di sole. Farò un’abbondante colazione e poi pedalerò per circa 5 ore durante le quali mi rifornirò con gli integratori e con i panini. Mi fermerò per un pranzo veloce di mezz’ora o un’ora e poi ripartirò per altre 5/6 ore. Alla sera mi fermerò, cercherò di aggiornare i social media e poi andrò a dormire per almeno 8/10 ore.
Avrai un supporto medico o tecnico?
Quest’anno sono diventata meccanica e quindi ho imparato a risolvere tutti i problemi legati alla bici. Per quanto riguarda la parte fisica sono in contatto con il centro medico-sportivo di Aosta, per il quale provvederò ad un monitoraggio continuo delle reazioni corporee, soprattutto in condizioni ambientali particolari, come ad esempio i percorsi in altura.
Come dicevo prima, il mio non è solo un progetto sportivo. Sono stata contattata dall’Università La Sapienza di Roma e dal Politecnico di Torino, che mi hanno fornito una SensorBox, un sistema di sensori nascosto dentro un borraccia che mi consentirà di misurare il livello di inquinamento dell’aria; in questo modo avrò un tracciato mondiale di quello che sta succedendo.
In più sarò un po’ la “postina” dei più piccoli, perché consegnerò le letterine scritte dai bambini di tutto il mondo. (In Italia il progetto Cycling Mailing Delivery è collegato alle attività di una Onlus fondata da don Luigi Ciotti, ndr).
C’è qualche campione a cui ti sei ispirata?
In questi giorni ho pensato molto a Pantani, Simone Moro e Soldini, a cui mi sento molto vicina.
Nella tua fase di preparazione ha avuto molto importanza anche la musica. In che modo?
La musica è stata per me un aiuto per estraniarsi il più possibile dalla fatica. Oltre alla musica pop ho ascoltato anche musica classica e le mie preferenze vanno dalla “Sagra della primavera” di Stravinskij al Concerto per clarinetto di Mozart, dalla Terza Sinfonia di Beethoven alla Quarta Sinfonia di Mahler. Durante l’impresa, per regolamento, non potrò ascoltare la musica se non da una cuffia sola e a volume molto basso.
Hai paura della solitudine?
Sono un animale sociale, ma sono pronta ad affrontare anche la solitudine. Non è la prima volta che faccio qualcosa di estremo. Negli anni passati ha compiuto altre imprese sportive, tra cui: gare podistiche, ciclistiche e di triathlon su distanze sprint, olimpiche e mezzo Ironman; “Escape from Alcatraz”, maggio 2010; immersioni sotto i ghiacci, 2010-2011-2012; ascesa Aconcagua (7.000 m.), 2011; Fisher Strongman Run, 2011; ascesa Kilimangiaro, 2011; spedizione in kayak in Groenlandia, 2012.
Cosa vorresti acquisire da questo viaggio?
In questi 5 mesi incrocerò occhi e persone diverse e so che questa esperienza mi darà tanto. Ecco, quello che mi aspetto è di rientrare arricchita a livello mentale, sportivo e culturale.
La realizzazione di questo sogno è una fuga da una realtà che ti ha deluso o è un modo per ricominciare?
Non è una fuga. Io vengo da un’esperienza di 4 anni in una società di eventi sportivi, che ho dovuto chiudere a causa della crisi. Nella vita può succedere di avere un momento di difficoltà e non ci si può abbattere ma bisogna reinventarsi come ho fatto io. Questa esperienza è per me una grande occasione. Probabilmente se avessi continuato a lavorare non avrei avuto la possibilità di cimentarmi in questa impresa sportiva.
La partenza sarà ad Ivrea l’8 marzo. È possibile seguire l’impresa (o sostenerla) accedendo al sito Keep Brave o al profilo facebook.