Zero.7 è la bicicletta più leggera mai realizzata da Wilier Triestina e la rivoluzione che l’ha vista protagonista ha un obiettivo preciso: fissare nuovi standard nella concezione delle biciclette da corsa superleggere. Il peso del telaio continua a fermare l’asticella sotto la soglia degli 800 grammi ma le tecnologie applicate su di esso esulano dalle solite note, applicate abitualmente per questa tipologia di prodotti. Il team tecnico della casa di Rossano Veneto è riuscito a portare su Zero.7 quelle tecnologie che fino ad oggi erano disponibili solamente su Cento1SR e Cento1AIR. L’integrazione dei cavi, la forcella integrata, migliore efficienza aerodinamica per citarne alcune. Zero.7 è dunque la naturale evoluzione della piattaforma Zero.7 come l’abbiamo conosciuta e pedalata fino ad oggi.
Balza subito agli occhi la forma dai volumi ridotti rispetto alla versione precedente di Zero.7.
Nel processo produttivo dei telai monoscocca Zero.7 vengono usati degli speciali controstampi in materiale termoplastico che seguono perfettamente la forma del telaio. Questi controstampi permettono di pressare dall’interno del telaio gli strati di carbonio sullo stampo, in maniera uniforme, avendo così un totale controllo sullo spessore del telaio.
La pressione che dall’interno si genera sul telaio è distribuita così in egual misura su tutti i punti del telaio. Questa tecnica di costruzione ha permesso di conferire al telaio una notevole rigidità nei punti più critici, evitando di aggiungere carbonio in queste parti e mantenendo quindi il telaio estremamente leggero.
CAVI INTEGRATI – La placchetta che fa entrare il cavo del freno posteriore nel tubo orizzontale è stata ridisegnata per consentire il passaggio anche del filo elettrico di comando, in caso di allestimento con trasmissione elettronica.
Vale lo stesso per i cavi comandi (deragliatore e cambio posteriore in versione meccanica) che entrano attraverso una micro piastrina installata sul tubo obliquo. Questa piastrina grazie al suo particolare design interno indirizza perfettamente i cavi all’interno del tubo obliquo riducendo al minimo gli attriti di scorrimento, tenendo i cavi tesi e perfettamente dritti fino al punto in cui vengono incrociati nell’apposita piastrina posta sotto la scatola movimento centrale. L’incrocio dei cavi comando fatto esternamente al telaio dunque non da possibilità a quest’ultimi di essere inseriti o incrociati in maniera non ottimale. In caso di gruppo elettronico la piastrina del tubo obliquo viene sostituita da una piastrina cieca, che rende il telaio ancor più pulito ed elegante.
Nel deragliatore invece, permettere al cavo di raggiungere il punto di fissaggio al deragliatore senza forzarne il naturale raggio di curvatura.
La forma compatta ed incassata nel telaio genera una superficie continua dal punto di vista aerodinamico, migliorando la penetrazione dell’aria rispetto ai modelli con piastrina tradizionale.
FORCELLA INTEGRATA – Per ricercare una maggiore stabilità di guida e una maggiore efficienza aerodinamica i tecnici di Wilier Triestina hanno focalizzato e concentrato gli studi sull’area dello sterzo. Un nuovo posizionamento del tubo obliquo e del tubo orizzontale rispetto al tubo di sterzo aumenta virtualmente l’altezza di quest’ultimo. L’aumento virtuale che si genera, paragonato alla medesima taglia della versione precedente di Zero.7, incrementa la rigidità torsionale del 14%. Nella nuova configurazione ribassata, il tubo obliquo che si integra perfettamente con la testa della forcella genera un profilo aerodinamico capace di ridurre la resistenza all’aria. Gli steli della forcella seguono poi le medesime caratteristiche aerodinamiche adoperate sul modello TwinBlade e Cento1AIR. Il foro d’ingresso della bussola per il freno così nascosto dal tubo obliquo, si mantiene pulito e ben protetto.
POSTERIORE ASIMMETRICO – Il carro continua a rimanere asimmetrico, marchio di fabbrica che contraddistingue le specialissime Wilier Triestina e Zero.7.
Il braccio destro è abbassato per favorire il passaggio della catena e per contrastarne la coppia generata. Il braccio sinistro invece resiste all’allungamento contestuale derivato dalla compressione sul braccio destro.
Il S.E.I. Film (Special Elastic Infiltrated), creato con lo sviluppo dello Zero.7 prima serie nel 2011, è un esclusivo materiale viscoelastico che inserito fra gli strati di carbonio del telaio aumenta l’assorbimento delle vibrazioni e la resistenza all’impatto.
La rigidità ha il vantaggio di contrastare la dissipazione della forza muscolare: per questo in Zero.7 utilizziamo fibre ad altissimo modulo come il 60TON. Ma la rigidità spesso non va d’accordo con il comfort. Con S.E.I. Film è rimasto inalterato il rendimento del telaio (la velocità sviluppata con una data energia), riducendo l’effetto delle sollecitazioni verticali trasmesse dal suolo durante la pedalata.
S.E.I. Film vuol dire anche minor peso, in quanto rende necessaria una minore quantità di carbonio dal modulo elastico poco elevato.
Se paragonato ad un telaio con lo stesso tipo di carbonio ma senza S.E.I. Film, Zero.7 ha: maggiore resistenza all’impatto del 35%
minore rischio di delaminazione del 18%
maggiore capacità di flessione prima della rottura del 12%.
Ulteriori elementi che rendono Zero.7 una bicicletta confortevole sono il reggisella di diametro 27,2 mm e i foderi posteriori, piuttosto sottili, che garantiscono un ulteriore confort e ammorbidiscono le sollecitazioni verticali senza dissipare la forza muscolare impressa sui pedali.
SWINGARM – Nessuna giunzione, niente colla né viti: i forcellini posteriori costituiscono un corpo
unico con la parte inferiore del carro. Anche il punto d’incontro, tradizionalmente in
alluminio, è parte del monoblocco in carbonio. Tutto questo è sinonimo di leggerezza e rigidità.
FORCELLINO 3D – Il forcellino non è più una semplice e piatta piastrina di fissaggio per il cambio.
Ora anche in Zero.7 il forcellino si sviluppa su una terza dimensione e diventa anche fermo guaina. Questa terza dimensione acquisita rende il forcellino particolarmente rigido rispetto alle piastrine di fissaggio tradizionali.
Il forcellino è 2in1 e può essere adoperato indistintamente con gruppi meccanici che elettronici.
Nel caso del gruppo meccanico, il cavo comando del cambio, trovandosi in una posizione più vicina al punto di bloccaggio della ruota, permette di utilizzare una guaina di raccordo più corta, facendo seguire a quest’ultima una curva naturale. Tutto questo migliora l’efficienza e la scorrevolezza della cambiata. Oltre al migliorato percorso in uscita, la posizione del fermoguaina, al di sopra del bloccaggio ruota, permette al cavo di mantenersi perfettamente sospeso all’interno del fodero e, come per il tratto nel tubo obliquo, la lontananza dalle superfici interne del telaio elimina eventuali rumori.
Anche nel caso del gruppo elettronico, il punto di uscita del cavo è arretrato e posto al di sopra del bloccaggio della ruota. Si facilitano e si velocizzano così le operazioni di rimozione e fissaggio della ruota posteriore.