Parte oggi (15 settembre 2018) da Massa la seconda edizione del Tuscany Road, una “non competizione” in autosufficienza di 548 km lungo gli scenari più belli della Toscana.
Per cercare di capire cosa siano il bike packing ed il Tuscany Road abbiamo scambiato due parole con alcuni partecipanti e con l’organizzatore di questa manifestazione, Andrea Borchi.

Tuscany Road: da “race” a viaggio slow

Andrea, 34 anni e ciclista da 12, ha iniziato ad andare in bici abbracciando il cicloturismo ed i viaggi avventura. Da lì è stato un evolversi di conoscenze, manifestazioni e la scoperta di un altro modo di organizzare il proprio bagaglio. 

L’attrezzatura da bike packing la si può usare sia su strada che fuori strada, ha un ingombro minore e porta a viaggiare con l’essenziale in modo semplice: così, ci racconta Andrea, è nato bikepacking.it, sito fatto per condividere esperienze e informazioni. 

La scommessa è far assaporare il viaggio senza ambizioni agonistiche ad un mondo, quello del ciclista da strada, che per sua natura non si sente né libero, né rilassato

Da lì ad organizzare un evento il passo è breve e, dopo qualche edizione del Tuscany Trail (arrivato quest’anno alla quinta edizione, l’evento più grande d’Europa del suo genere), l’anno scorso è partita la scommessa: portare lo spirito del Tuscany Trail, del bike packer, del viaggiare con lo spirito leggero e spensierato anche nel mondo della strada che è tutto, fuorché “leggero” in quanto fatto di tabelle e sacrifici continui. 

Il Tuscany Road vuole essere una non gara, un’anomalia nel mondo strada: l’obbiettivo è raggiungibile grazie ai tramonti della Val d’Orcia che portano a rallentare l’andatura, abbandonare le barrette a casa in cambio di una fiorentina al sangue e, perché no, fermarsi anche solo che per una foto. 

Lasciare che l’unico tap sul telefono sia quello su Never Alone, per un fattore unicamente di sicurezza, e non su Strava, in spirito competitivo.

 

 

Ma, in definitiva, cos’è il Bike Packing?

«Libertà assoluta», ci dice Andrea Borchi: diventare Bike packer permette di essere viaggiatore, mettere da parte l’orologio, seguire i ritmi della natura e partire all’alba per fermarsi quando tramonta il sole; è poter scegliere di dormire con una tenda nel giardino di un centro sportivo, vivere esperienze che nella quotidianità sarebbero improbabili.

«L’uomo per sua natura non è fatto per stare 8 ore seduto in ufficio, ma per fare 200km al giorno e in questi eventi diamo sfogo a ciò che è la natura umana. In poche parole, il bike packing è la ricerca della semplicità».

Tuscany Road

 

 

 

Bike packing, un intrecciarsi di storie ed esperienze

Una scoperta per tanti italiani

Continuiamo la nostra esplorazione della comunità dei bike packers ed incontriamo Federico, 27 anni, da Genova; alla sua prima esperienza, è giunto al Tuscany Road incuriosito dal diverso modo di vivere la bici che si ha in questi frangenti, di condividere un’esperienza e un percorso con altri ciclisti che già conosceva o che incontrerà lungo il suo percorso. 

Perché il Tuscany? «In primis per i luoghi che attraverserò – ci confida – la Toscana è una delle mie mete preferite e vado spesso in vacanza a Punta Ala con la mia bici da enduro ed il camper; e poi, ovviamente per il buon cibo: dopo una lunga pedalata una bella mangiata ci vuole sempre!»

Tuscany Road
Federico, da Genova

“Grazie alla Toscana, ai suoi paesaggi, oggi riusciamo a far rallentare l’andatura anche all’agonista, a non fargli mangiare le barrette, bensì una bella bistecca”

Andrea Borchi, ideatore del Tuscany Road


Federico affronterà il Tuscany Road con una bici da corsa Look 765 montata Shimano Ultegra munita per l’occasione di una sacca posteriore da 12l ed una anteriore da 9l della Podsac. 

Cos’è per lui il bike packing? «Un’esperienza nuova, tutta da scoprire, che da la possibilità di guardare in modo differente ciò che ci circonda».

 

 

 

Matteo (27) invece, di Lucca, gioca in casa: ha deciso di partecipare con la sua Canyon per staccare dalla vita di tutti i giorni e per tuffarsi nei paesaggi che, andando al lavoro, vede solo in lontananza. 

Ciclista già da diversi anni, è da poco più di uno che va su strada e non potendo partecipare al Tuscany Trail ha deciso di provare l’esperienza della versione Road. 

Il bike packing per lui? «Vivendo sull’Appennino il bike packing ti da modo di vivere appieno i monti che mi circondano, in totale semplicità e senza il peso dei portapacchi, ma solo con lo stretto necessario».

Tuscany Road
Matteo, da Lucca

 

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Tuscany Road e bike packing, un richiamo per tutta Europa

 

Da trekker a bikepacker per amore

Abbiamo modo di incontrare anche una coppia tedesca, Mathias (41) e Andrea (47). Galeotto fu il regalo, si potrebbe dire: è infatti con una Faggin rossa fiammante che lui ha convinto lei, trekker, a vivere questa nuova avventura in bici. 

Mathias si presenta con una bici da corsa Trek montata Shimano Dura Ace e freni a disco idraulici; finisher nel 2015 alla Transcontinental Race (definita la gara più difficile al mondo) e amante delle gare self support, ha un approccio zen al bike packing: devi solo pensare a pedalare, a cosa mangiare e dove dormire. 

Tuscany Road
Mathias e Andrea, dalla Germania

Per Mathias e Andrea il Tuscany Road racchiude tutto questo, oltre che la possibilità di vivere appieno questa regione, assaporando i paesaggi e gli “odori” che ci circondano, cosa invece impossibile con altri mezzi, quali l’auto. 

Andrea invece è alla prima avventura di questo tipo e la vivrà a pieno con la sua Faggin d’epoca montata Ultegra con cambio al manubrio.

 

 

 

Dalla Svizzera per un’avventura in famiglia

In ultima battuta abbiamo parlato con due svizzeri che si apprestavano a dormire, la notte prima della partenza, in tenda al centro sportivo. Adrian (33) e Patrick (61), padre e figlio, partiranno insieme dopo che Adrian per ben due anni ha preso parte al Tuscany Trail, che interpreta la versione “hard” del mondo bike packing. 

“Anche chi si allena tutti i giorni può venire qui e sentirsi libero di andare più piano, di procedere al proprio passo”

Andrea Borchi, ideatore del Tuscany Road

Patrick, che è alla prima esperienza di bike packing, ha deciso di partecipare trascinato dall’entusiasmo del figlio: l’aspettativa più grande è di godere di bei momenti assieme e non tanto di pensare al percorso come ad una gara. Se poi dovesse scapparci anche un buon bicchiere di vino, cosa chiedere di più?

Adrian utilizza una Lite Speed con telaio in titanio montata Sram Force, Patrick una Canyon Endurance montata Ultegra.


Tuscany Road

 

 

 

Che cos’è dunque il bike packing?

Dare una risposta universale è difficile e, forse, non ha nemmeno senso. Quello che abbiamo imparato girando in mezzo all’ambiente dei bikepackers – di lungo corso o alle prime armi che fossero – è che non importa quale bici o attrezzatura si utilizzi: non c’è un “giusto” o uno “sbagliato.

C’è chi ha il Road Plus, chi la bici d’epoca, chi i freni a disco idraulici e chi i classici tacchetti, chi la singola 1×11 e chi la tripla; ciò che veramente accomuna tutti è lo spirito di libertà, la ricerca di un percorso che ci renda nuovamente spensierati e felici di vivere le piccole cose che la vita ci dona.

Potrà sembrare frivolo o esagerato, eppure è così: in una società che ha messo ormai da parte gli ideali e che, apparentemente, permette di fare tutto, le persone vivono un’esistenza anestetizzata. La paradossale libertà di poter sempre scegliere ciò che piace ha fatto perdere la capacità di distinguere ciò che davvero conta.

È il momento di rallentare per guardarsi attorno: il bike packing è soprattutto una metafora di questa esigenza.