La gravel bike da sicuramente un’idea di leggerezza mentale, di libertà, di viaggio, di potersi muovere serenamente negli spazi.

Una nuova visione della bicicletta

“Il primo amore non si scorda mai” e noi – essendo nati stradisti – abbiamo fatto un pò fatica ad adattarci alla mountain bike. A dire il vero, dopo un’iniziale titubanza, la cosa ci ha poi così tanto entusiasmato che ora pedalare in off road è diventato un allenamento costante da praticare in totale libertà. Nel primo lockdown dello scorso anno, complici anche le ferree restrizioni, abbiamo riscoperto la natura in tutte le sue forme e le “ruote grasse” ci hanno fatto compagnia su e giù per i boschi in sella alla nostra MTB. Quello però che non avevamo fino ad oggi contemplato si è finalmente concretizzato con l’arrivo, per lavoro, di una Gravel bike; una nuova tendenza che in questi ultimi anni ha preso sempre più piede e coinvolge ormai migliaia di appassionati. Un segmento di mercato che sta creando interesse, soprattutto tra i randonneurs, al punto che sono già nati dei veri propri raduni amatoriali abbinati alle granfondo o alle più tranquille cicloturistiche.

Il mondo Gravel

PH Credit Liv

Tradotto dalla lingua inglese “Gravel” significa “ghiaia”. Da questo presupposto dovremmo già comprendere il significato di una bicicletta ibrida, nata per affrontare asfalto, piste ciclabili, sentieri di campagna o strade bianche. Discendente diretta del ciclocross, nobile e durissima disciplina molto praticata nel nord Europa, il Gravel ha un approccio decisamente turistico e meno sportivo/agonistico. Le Gravel bike, proprio per la loro duttilità, possono essere utilizzate su ogni superficie ed accessoriate con portapacchi, borse, zaini e tende; tutto per poter affrontare avventurosi viaggi nel bel mezzo della natura o alla scoperta di nuove esperienze in una città d’arte, ricca di storia e di cultura. A questo punto ci domandiamo se vale davvero la pena acquistare anche un mezzo di questo genere, visto che la maggior parte dei modelli attualmente in commercio non sono propriamente di primo prezzo, oppure restare fedeli alla tradizonale bici da corsa o alla mountain bike? La risposta è presto data: dipende sempre dal budget a disposizione e cosa vogliamo fare in sella alla nostra due ruote a pedali. Una Gravel bike, data la sua versatilità, potrebbe essere un qualcosa in più per condividere insieme alla famiglia o agli amici dei sani momenti di svago e divertimento quindi, tutto sommato, varrebbe pure la pena farci un pensierino…

Carrera Caedanha

PH Credit Roberto Zanetti

La nuova prospettiva del ciclismo e della vita sana ed ecologica – nel rispetto dell’ambiente che ci circonda – ha indotto molte aziende di settore ad investire nel Gravel. Una di queste, lo storico marchio italiano di biciclette Carrera, ha inserito nelle sue proposte a catalogo la Caedanha. Nel dialetto bresciano (zona nella quale ha sede Carrera) significa per l’appunto “strada sterrata”, riconducibile quindi alla ghiaia e alla polvere dei sentieri di campagna. Mai come in quest’ultimo anno vi era stato un interesse così alto per una forma di ciclismo alternativo; Caedanha è la Gravel bike che rappresenta in modo elegante le nuove richieste dei ciclisti più spartani ma al contempo esigenti, di coloro che ricercano sostanza, design ed efficienza fusi insieme in un unico prodotto. Costruita su un telaio in fibra di carbonio dall’inedita (e a nostro parere molto gradevole) colorazione verde militare, si avvale di confortevoli geometrie studiate per assicurare al biker una posizione di guida più eretta, massimizzando stabilità e comfort sia su strada che sullo sterrato.

Il bello di questa bici sta proprio nel fatto di poter svariare e scegliere liberamente l’asfalto – dove la Caedanha si comporta praticamente come una “specialissima” solo un pò più pesante e comoda – e l’off road dove, con copertoni scolpiti fino ad un massimo di 40 mm (per il nostro test abbiamo montato i nuovi Tubeless G-One Speed da 38 di Schwalbe, ottimi su strada), garantisce un discreto grip su fondi compatti e ghiaiosi. Personalmente, dovendo dare un giudizio obiettivo in base alla prova effettuata, la preferiamo di gran lunga sulla strada paragonandola quasi ad una bici da corsa tradizionale con qualche chilogrammo in più. Per tutto il resto, come ogni cosa, è questione di abitudine; basta prenderci un pò di confidenza e pestare forte sui pedali!