Uno standard condiviso da tutta l’industria della bicicletta per la ricarica delle batterie delle e-bike. È questa la voce che circola in Gran Bretagna e attorno ai tavoli normativi della UE, proprio, a quanto pare, per interesse di alcuni grandi attori dell’industria stessa del ciclo.
Il punto chiave è evidente: l’e-bike si sta consolidando come uno dei mercati più interessanti delle due ruote, la diffusione delle biciclette elettriche cresce esponenzialmente ed il propagarsi a macchia di leopardo di sistemi di alimentazione e ricarica differenti rappresenta un ostacolo.
La situazione è simile a quella – ancora irrisolta, per la verità – dei veicoli elettrici, dove la coesistenza di prese e sistemi di ricarica diversi da brand a brand ha come primo effetto negativo la confusione che ingenera negli utenti e, come secondo, la ricaduta sullo sviluppo frammentato dell’infrastruttura pubblica.
Per le e-bike non è diverso: a dispetto dell’originalità dei brevetti, la difformità di sistemi non aiuta a far comprendere in modo chiaro il funzionamento di una mobilità che, in line di massima, sarebbe oltremodo versatile ma, soprattutto, non favorisce il nascere di un’infrastruttura pubblica rivolta alle e-bike.
Vi è poi il capitolo sicurezza: quando un prodotto arriva a certi fattori di scala nella sua diffusione, per farne un mezzo di trasporto universalmente accettabile e proponibile occorrono degli standard.
Ecco allora che non tutti i sistemi sono waterproof, c’è chi la batteria può caricarla rimuovendola dalla bici, chi non può accedervi perché integrata nel telaio, i cavi per i collegamenti non è detto abbiano sempre dei sistemi di sicurezza che ne impediscano la rimozione durante la ricarica: tutte cose non trascurabili in ambito pubblico.
L’infrastruttura stessa, dovendo lavorare con batterie e caricatori diversi, non è detto sia stata studiata per funzionare nel migliore dei modi con tutti, portando ad un’usura precoce. È la Bicycle Association britannica ne fa, ad esempio, una questione di strutture pubbliche a supporto della diffusione della pedalata assistita.
Per tutta questa serie di motivi e molti altri, si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero alcune major del ciclo impegnate per l’adozione di un futuro standard unico di ricarica per e-bike.
Va ricordato che una norma ISO per le biciclette elettriche è allo studio: la ISO 4210, già approvata come standard britannico (BS) ed europeo (EN) nei punti da 1 a 9, prevede la discussione di uno standard di ricarica per pedelec nel punto 10.
Il suo sviluppo è guidato in prevalenza dai comparti industriali tedesco e giapponese, che hanno i maggiori interessi, assieme a Cina e USA, perché un eventuale norma internazionale non tagli fuori i rispettivi prodotti dal mercato e si basa fortemente sulla EN15194 recentemente approvata in Europa proprio sulle e-bike.
L’arrivo della ISO4210:10 non ha scadenza certa ma è fortemente attesa in quanto potrebbe rappresentare un precedente per l’unificazione dei sistemi di ricarica nel mondo delle bici elettriche.