Fare una bici da gara, pensata espressamente per il cross country, riducendo il peso ed aumentando la velocità: una specie di lista dei desideri che la Specialized Epic pare incarnare.

Epic è un nome già noto alla gamma Specialized ma, per ottenere le proverbiali “botti piene e mogli ubriache”, il marchio americano ha rinnovato tutto: geometria del telaio, carro posteriore e sospensioni, non risparmiando neppure il suo già apprezzato sistema Brain.

I risultati su carta sono una riduzione del peso del carro posteriore di 240 grammi, che diventano 525 se si considera il resto del telaio, una maggiore velocità in virtù di angoli e misure ricalcolati e di una fluidità maggiorata nell’assorbimento degli urti con il Brain 2.0.

Il lavoro sulla Epic si è concentrato su due punti fondamentali: geometrie e disposizione dei lembi di carbonio.

Con le prime, si è allungato l’avantreno, accorciato l’attacco del manubrio e rilassato lo sterzo: il risultato è un’aggressività e reattività maggiore (69,5° di angolo sterzo), una stabilità invidiabile ed una velocità migliorata.

Con i secondi si è raggiunto un buon compromesso fra rigidità-flessibilità del telaio e peso, dando la possibilità di dimensionare gli spessori dei tubi al meglio a seconda della taglia della bici.

Mettendo mano anche al Brain, il sistema di ammortizzazione posteriore che distingue tra carichi derivanti dal ciclista e spinte degli urti con il terreno, il rinnovamento è stato completo.

Avvicinato al punto d’inerzia dell’assale posteriore, rimpicciolito e meglio alloggiato per scongiurare gli sfregamenti esterni, il Brain 2.0 ha subìto una riprogettazione di tubi e composizione dell’olio, in maniera da eliminare le turbolenze ed offrire massima fluidità e reattività.

Tutto perché, come dice Specialized stessa, l’XC è cambiato e i percorsi non sono più così distanti dall’enduro: la Epic è definita come una full suspended dotata di un solo punto di infulcro, con l’eliminazione dei pivot al carro posteriore e l’abbandono – solo per questo modello – del carro FSR, motivo per cui reagisce meglio, a detta del costruttore, alle sollecitazioni.

L’unica cosa che resta da fare è provarla sul terreno giusto.