Architetto Pasqualini, come sono andate le cose?

Pasqualini: «Mi trovavo a Udine presso l’Istituto di scienze motorie diretto dal Prof. Enrico di Prampero per test posturali in laboratorio o, meglio, per studiare i benefici ricevuti dall’uso della bici in funzione della postura. Il professore mi propose di pensare anche alla sella quale parte importante per il benessere del corridore. Dopo una iniziale avversione verso l’argomento è scattata la scintilla dei due piani inclinati verso l’alto».

E’ l’inclinazione che fa la differenza?

P.: «In parte si, perché queste inclinazioni, all’opposto rispetto alla classica forma a schiena d’asino con cui sono fatte le selle tradizionali, non solo consentono alle ossa ischiatiche di reggere il peso del corridore, ma creano un triangolo di vuoto a protezione del perineo e degli organi genitali».

Ma la sua sella possiede una qualche validità scientifica in tal senso?

P.: «Si può dire di si, poiché nel 2009 i Dottori Giuseppe Maio, Matteo Marzotto Caotorta, Giorgio Piubello della S.I.A. (Società Italiana di Andrologia) hanno dichiarato che “Nella sella Pasqualini l’area perineale che contiene l’uretra, le radici del pene (crura), i vasi ed i nervi pudendi che si distribuiscono al pene, il canale di Alcock, il pene e la sinfisi pubica, non vengono compressi in alcun modo”. In seguito anche Il Prof. Giovanni Maria Colpi, M.D. dell’Ist. San Paolo di Milano, ha rilasciato una simile dichiarazione su questa sella. Sono queste due ali rivolte verso l’alto inoltre che la differenziano rispetto alle altre sella anti-prostatite: entrambe sono interrotte al centro ma in modo diverso».  

sella pasqualini
La sella Pasqualini – Courtesy of sellepasqualini.com

Mi sembra di capire che sia più destinata agli uomini..

P.: «In realtà no, la sella da me creata è adatta a uomini e donne poiché non comprime l’area pelvica, il coccige, gli organi genitali di entrambi i sessi, e inoltre previene le lombalgie della colonna vertebrale».

Veniamo al progetto: come lo ha sviluppato? So che è coperto da brevetto..

P.: «Per realizzare un’idea o, meglio, per metterla in pratica ci vuole del tempo.  Bisogna innanzitutto osservare le altre selle in commercio, poi fare i primi prototipi e testarli. Passando al brevetto, bisogna ordinare il Rapporto di ricerca internazionale per constatare se altri al mondo hanno avuto la medesima idea. Poi si passa alla realizzazione dei primi prototipi con eventuali modifiche formali, strutturali ecc. Ricercare e capire gli eventuali deficit o carenze, se sono di origine progettuali o dovute ai materiali impiegati. Questa sella mi è costata tanto studio ed esperimenti».

Nel suo sito infatti è presente una sorta di “storia” della sella, con tanto di foto dei precedenti modelli. Come mai i primi sembrano più moderni delle ultime versioni? 

P.: «Questi cambiamenti formali si possono definire evoluzioni, apportate ascoltando i testimonial e gli acquirenti sparsi su tutto il territorio nazionale italiano. Alcuni materiali come la fibra di carbonio non erano adatti, in quanto, seppur leggeri, si dimostravano fragili se impiegati in quel ruolo e a quelle sollecitazioni. C’è bisogno invece di rigidità. Anche la forma quadrata delle ali è il risultato di tanti test attraverso i quali ho potuto verificare che con altri profili la gamba tende a scivolare via. La versione attuale, anche se ho notato che si presta a critiche estetiche, è quella che coniuga maggiormente costi e benefici, che secondo me sono uno degli aspetti principali da valutare soprattutto se si parla di salute e benessere».

sella pasqualini
La sella Pasqualini – Courtesy of sellepasqualini.com

Quindi non sta lavorando ad ulteriori modifiche?

P.: «Vorrei provare ad allargarla. E’ risultata ottimale l’attuale sella BIO/22, ossia quella larga 22 cm per l’uomo: una sella larga 24 cm dovrebbe invece essere ottimale per le donne».

Quali sono gli accorgimenti necessari per utilizzare al meglio la sua sella?

P.: «Abbassare di diversi centimetri il cannotto reggi sella ed inclinare di qualche centimetro la punta in funzione della postura – con tronco eretto è diversa che con tronco inclinato – per la guida di una bici da corsa. La misura da tenere per la sella è tra ischi e pedale e non tra area perineale e pedale».

So che ha anche progettato una bicicletta innovativa..

P.: «Si, è una bicicletta rivoluzionaria, a mio avviso un avanzamento tecnico vero e proprio. Dalla fine dell’800 nessuno era riuscito a cambiare la geometria telaistica. Con le mie modifiche i pesi sono distribuiti meglio e le forze si trasmettono con più efficienza. Ho calcolato che con la bici Pasqualini si possono avere circa 3600 posture di guida, non va sottosterzo e sovrasterzo in curva e si risparmia circa l’8% di energia esercitata sui pedali grazie alla forma telaistica che, insieme al peso dell’uomo, contribuisce a favorire la spinta in avanti». 

Un ultima curiosità: lei usa la bicicletta?

P.: «Chi non ha usato la bici sin da bambino! Ora meno, solamente nel tempo libero per piccoli spostamenti o per relax».