Le regole per la raccolta differenziata e per lo smaltimento dei rifiuti speciali, si sa, variano da comune a comune. Qualche volta però, è proprio il caso di dirlo, penalizzano l’attività di chi, come me, ha un negozio ed è obbligato a spese annuali aggiuntive di non poco conto. Sto parlando dello smaltimento dei rifiuti speciali, in particolare di quello dei copertoncini delle biciclette.
Il mio punto vendita è a Lurago d’Erba e qui, a differenza di altri comuni, non mi è possibile, in quanto negozio, portare i miei copertoncini presso la piattaforma ecologica del comune per lo smaltimento, e ciò nonostante io, sempre come negozio, versi una tassa annuale per lo smaltimento dei rifiuti. Il paradosso è che se fossi un privato potrei farlo, potrei portare i miei copertoni alla piattaforma e gettarli nei cassonetti (dove ne vedo spesso), ma non avendo la mia abitazione a Lurago bensì in un altro paese, anche questa pratica mi è vietata.
Soluzione? O portare i copertoni da smaltire alla piattaforma del paese dove abito, oppure rivolgermi a una delle società private addette alla raccolta e smaltimento di questi rifiuti, pagando un extra annuale che generalmente non è inferiore ai 2-300 euro. Un fisso annuale che prescinde dalla quantità di rifiuti e che è quindi uguale sia per chi ne smaltisce 10 chili sia per chi di chili ne smaltisce 1000 o più.
In realtà ci sarebbe anche un’altra soluzione, quella consigliatami dagli operatori della piattaforma ecologica dove mi è vietato lo smaltimento: portare ogni volta i miei copertoni da qualche amico gommista, che smaltirebbe i miei insieme ai suoi. La soluzione posso concepirla per situazioni occasionali e minime, come per esempio per lo smaltimento dell’olio di spurgo dei freni, ma parliamo di un bidoncino da 2-3 litri una volta all’anno, ma non per i copertoni.
Potrei anche chiedere ai clienti un pagamento extra per lo smaltimento dei loro copertoni, come fanno i gommisti d’auto se gli lasci le gomme vecchie, ma nel mio caso i soldi per lo smaltimento andrebbero a pesare significativamente sul costo di una prestazione che di per sé è minima.
Che fare allora? Nel caso di piccole realtà come i negozi di biciclette, con necessità di smaltimento ridotte, i comuni non dovrebbero applicare le stesse regole dei gommisti d’auto e dovrebbero permettere lo smaltimento presso le piattaforme ecologiche. Se ciò proprio non fosse possibile, sarebbe buona cosa che le società private che si occupano della raccolta dei copertoni non disponessero un fisso annuale, ma un costo a consumo, magari non raccogliendo più i rifiuti a domicilio ma lasciando che fossimo noi negozianti a portare i copertoni da loro quando necessario, pagando di volta in volta in base alla quantità di materiale.
In attesa che ciò avvenga, confido nel fatto che i privati che vengono a farsi cambiare i copertoni poi se li portino via. Loro sicuramente alla piattaforma ecologica saranno i benvenuti!