A volte il genio sta esattamente in questo, ossia nel saper affrontare un problema da una prospettiva diversa. Il ciclismo urbano si diffonde, ottimizzare gli spazi è un dogma della vita in città ma non sempre le bici pieghevoli sono una risposta ottimale in termini di feeling di pedalata. Se la colpa è del diametro delle ruote, allora perché non compattare delle ruote normali? Ecco la domanda alla base del concept Revolve, sviluppato dal designer Andrea Mocellin.

Mocellin, che vive a Monaco di Baviera ed ha trascorsi nel settore automotive, oltre che esperienza di vita in svariate metropoli europee ed extraeuropee, delle “folding bike” tradizionali proprio non ne vuole sapere. Utili, certo, ma compromesse nelle prestazioni dalla necessità di avere misure e geometrie adatte al loro ruolo di “pieghevoli”.

Revolve è la sua soluzione al problema, ossia uno spostamento dell’ottica in cui lo si affronta. Il risparmio di spazio e la trasportabilità sono infatti traslati dal telaio della bicicletta alle ruote.

Pazzia? Secondo Mocellin, no.

Il cerchio della ruota, nel concept Revolve, è frazionato in sei segmenti che un’intelaiatura simile a quella di molte tensostrutture fa richiudere attorno ad un asse centrale. Il risultato è una ruota da 67 cm di diametro in grado di ridursi sino ad ingombrare un volume cilindrico da 27 cm di diametro e 47 cm di profondità, circa il 40% dell’originale.

Il meccanismo che apre e chiude la ruota è magnetico e pensato per scongiurare aperture accidentali mentre il capitolo riguardante lo pneumatico è stato risolto dal designer con il ricorso ad un tubeless frazionato.

Revolve è un concept in attesa di brevetto ma lancia una sfida notevole: grazie ai materiali oggi disponibili spessori e resistenze sono notevolmente migliorati, rendendo possibili soluzioni una volta impraticabili.

La ruota pieghevole di Revolve non sarà una realtà commerciale sinché non attirerà qualche Marchio disposto a credere in un suo futuro: l’idea di Mocellin ha però buone chances grazie alla sua trasversalità che ne fa una potenziale applicazione in settori molto diversi, dalle biciclette ai dispositivi per chi ha ridotte capacità motorie.