Due bici da corsa dello stesso brand, della medesima misura ma con geometrie differenti.

Sono di Fabio Dotti, un amico e lettore di BiciTech che – da ciclista esperto e scrupoloso – è alla ricerca del posizionamento corretto in previsione della prossima stagione agonistica.

Orbea Avant Disc a sinistra e Orbea Orca Disc a destra. PH Credit Roberto Zanetti

 

Iniziare la stagione con le idee chiare (e un posizionamento corretto)


Il periodo è quello giusto perché solitamente novembre e dicembre sono i mesi in cui si pianifica il calendario delle gare, si comincia la preparazione atletica e ci si concentra nel lavoro specifico. Per un professionista o un amatore è una fase transitoria, alle volte noiosa ma assolutamente da non sottovalutare, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico che dei materiali. Si sa che “chi ben comincia è a metà dell’opera” e quindi, il nostro Fabio, per assettare con precisione le due nuove specialissime che ha appena acquistato si è rivolto al suo biomeccanico di fiducia.

Cesare Colombo – titolare del centro Total Sport Lab di Borgomanero (NO) – che ha già collaborato con la nostra testata nella rubrica “Biomeccanica & Salute”, ci spiegherà in modo più approfondito quali sono gli interventi da fare step by step.

Cesare Colombo impegnato nel correggere le misure sulla bici di Fabio Dotti. PH Credit Roberto Zanetti

Cesare, innanzitutto in casi come questo dove il ciclista si presenta con due nuove biciclette della stessa marca e misura, apparentemente simili ma non uguali, da dove si comincia?


La visita si svolge normalmente in linea teorica. La posizione in bicicletta non varia a seconda delle misure del telaio ma in base alle misure del ciclista. Detto ciò ci sono eccezioni. Infatti l’unico parametro del telaio che può variare alcune misure del posizionamento è l’angolo dello sterzo. Se però non ci sono differenze significative di questo dato tra i due telai in esame, sarà sufficiente riportare le stesse identiche misure sulle due biciclette del cliente.

 

Quali sono le differenze maggiori che si possono riscontrare in queste misurazioni?


Prima ho parlato di differenze significative sull’angolo dello sterzo. Quantificandole, posso dire che differenze pari o superiori a 1,2° devono essere prese in considerazione, poiché vanno a modificare la guidabilità del mezzo. Quindi, per poter rendere simili le reazioni della bicicletta nella guida, sarà fondamentale andare a fare piccole modifiche alle misure dell’avantreno (scarto sella-manubrio e distanza sella-manubrio).

PH. Credit Roberto Zanetti

 

Così facendo si aumenterà il carico sull’anteriore con angolo più aperto; al contrario di diminuirà con l’angolo più chiuso. Attenzione: “mai” modificare le misure della pedalata che vanno ripetute su qualunque geometria di telaio, ma agire sempre sui componenti dello sterzo e sempre tenendo conto degli atteggiamenti posturali dell’atleta in esame.

PH. Credit Roberto Zanetti

A prescindere dalla geometrie, anche la diversità della fibra di carbonio (il materiale delle bici in oggetto) dissipato nelle zone del telaio (scatola movimento, sterzo, reggisella, carro posteriore) può incidere sulla valutazione biomeccanica?


No, assolutamente. Primo perché difficile da quantificare e, in secondo, luogo perché le differenze di rigidità sono parecchio inferiori di quello che si possa pensare. Troppe volte sento ciclisti imputare il proprio mal di schiena a telai ritenuti molto rigidi, senza però aver mai approfondito la propria posizione in sella.

 

Sul ciclista, invece, di quali parametri si deve tenere conto? Fisico, caratteristica di pedalata, età, eventuali posture derivate da infortuni o altro ancora?


Esattamente. Aggiungerei anche schemi motori a cui si è arrivati nel tempo, disequilibri muscolari (ne ho parlato ampliamente in un articolo su Bici & Salute di poco tempo fa) e livello di elasticità muscolare. Al contrario di quello che si può pensare “non” esiste una posizione propriamente comoda e una da gara. Nel momento in cui le nostre componenti muscolo-scheletriche staranno lavorando nella modalità più consona alla loro biomeccanica di movimento, saranno in grado di esprimere il loro pieno potenziale in termini di forza e resistenza alla fatica.

PH. Credit Roberto Zanetti

 

Una volta valutata la differenza tra le due bici è opportuno fare il medesimo intervento anche sulle scarpe (nel caso se ne usassero paia diversi) e, di conseguenza, anche sulle tacchette?


Il posizionamento tacchette cambia al variare della calzata. Mi spiego meglio. Come detto in precedenza le misure della pedalata, tacchette comprese, sono uniche. L’unica cosa che le può variare è il cambio delle calzature per probabile diversità di posizione del piedi nelle stesse, per diversità di curvatura e spessore della suola. Per questi motivi il cambio delle calzature (solo nel caso in cui si cambia modello e marca) richiede l’aggiornamento della posizione per quanto riguarda la pedalata.

 

Sinceramente, per un amatore, è davvero così necessaria una valutazione biomeccanica per migliorare le prestazioni e il comfort in sella?


Sì, è fondamentale per la corretta biomeccanica di pedalata con il conseguente rispetto del nostro apparato muscolo-scheletrico. Ciò permette, oggettivamente, di praticare il nostro sport più a lungo, in modo più consapevole ed inoltre si riuscirà ad esprimere il nostro pieno potenziale in termini di prestazioni. Nel mondo amatoriale, purtroppo, per problemi di tempo o di voglia non si cura poco la parte di preparazione fisica “giù dalla bici”. L’amatore, quindi, avrà sempre più scompensi e disequilibri che, su un mezzo perfettamente simmetrico e vincolato quale è la bicicletta, verranno a galla.

PH. Credit Roberto Zanetti

 

Un’ultima cosa, Cesare. Ipotizzando l’ovvia risposta affermativa alla precedente domanda, quali sono i rischi posturali – nel medio/lungo termine – di un “posizionamento fai da te” che all’apparenza può anche sembrare corretto?


Sono veramente molti ed è difficile elencarli tutti. I più comuni nel breve periodo sono tutte le sindromi da sovraccarico come tendiniti, affaticamenti muscolari, insulti articolari. Nel medio-lungo periodo possiamo aggiungere disequilibri muscolari, scompensi posturali (tipici di posizioni allungate sia in pedalata, sia per quanto riguarda il busto e gli arti superiori), logorio articolare. Quest’ultimo molto subdolo poiché la cartilagine, non essendo innervata, non causa dolore in primis. Per questo molte volte, in poco tempo, andiamo incontro a logorio senza rendercene conto.