La storia di Pietro Franzese. Da impiegato d’ufficio a youtuber grazie alla bici

pietro franzese
PH credit Pietro Franzese

Pietro Franzese è un ragazzo di 27 anni che ha iniziato a dedicare sempre più tempo ed energie alla sua passione: la bici. In questa intervista ci racconta la sua esperienza, i suoi viaggi e svela qualche dettaglio riguardo i suoi prossimi progetti.

“Ora questo è il mio lavoro,
ma prima viaggiavo solo
durante 
le ferie estive sudate tutto l’anno”

 Ciao Pietro, raccontaci un po’ chi sei e che lavoro fai

«È strano dirlo ma sono uno youtuber, posso dire che oggi questo è il mio lavoro. Piano piano me lo sono creato negli anni. Quello che mi piace fare è girare in bici e lo trasmetto on line tramite il mio canale youtube, il mio sito e i canali social (IG, YT).»

«Ora questo è il mio lavoro, ma prima viaggiavo solo durante le ferie estive sudate tutto l’anno. Avevo un lavoro normalissimo in ufficio. Da un anno e mezzo sono partita iva e dedico tutto il mio impegno a questo progetto. Qualcuno può pensare “questo viaggia sempre”, adesso sì, ma prima avevo occasione di muovermi solo d’estate durante le ferie. Il fatto di poter raccontare questa mia passione è per me un privilegio, nonostante richieda tempo e sforzi non indifferenti. Ciò che mi stimola ad andare avanti è il supporto delle persone che mi seguono e che mi hanno spronato a continuare. Mi capita di ricevere messaggi in cui mi fanno i complimenti e mi incoraggiano ad andare avanti. Li conservo tutti.»

“Il mio incontro con la scatto fisso è una storia particolare.
Ero in giro con qualche amico e abbiamo visto
una bici semi sommersa in un fiume…

Da dove nasce la passione per la bicicletta?

«È iniziato tutto per gioco. La bici è stato un mezzo per diventare indipendente. Racconto nel mi Ebook che ho scoperto la scatto fisso durate un periodo di volontariato a Dublino. Il mio incontro con questo genere di bici è una storia particolare, ero in giro con qualche amico e abbiamo visto una bici semi sommersa in un fiume, l’abbiamo tirata fuori dall’acqua e poi ho scoperto essere una scatto fisso. Tornato a casa in Italia ho messo da parte i soldi necessari per assemblarne una, ci è voluto un po’ di tempo, ma quando sono riuscito a montare la mia bici ho iniziato a usarla in città e per viaggiare. In città ho smesso di usare la macchina. Nel 2022 siamo abbastanza sedentari come persone, la bicicletta può essere anche l’occasione per fare una vita più attiva. Poi, avete mai visto qualcuno in bici triste? Non credo

«Nel 2016 ho fatto il primo viaggio in scatto fisso, specifico che la bici era dotata di un freno anteriore, è fondamentale poter frenare in sicurezza quando si viaggia in bici, soprattutto con una bici carica. All’epoca viaggiavo utilizzando Couchsurfing e Workaway, delle piattaforme che permettono di viaggiare per il mondo risparmiando molto sull’alloggio. Poi con il passare del tempo e delle esperienze che facevo in viaggio ho riscoperto la tenda, così il viaggio è diventato davvero l’occasione per avere massima libertà.»

“È stato un viaggio molto bello,
ma a causa della pandemia non abbiamo potuto vivere
al massimo quello che il cammino può dare.

Qual è stato il tuo ultimo viaggio?

«Il cammino di Santiago in bicicletta. Io tendenzialmente ho fatto viaggi da solo, questo viaggio, invece, l’ho fatto con Omero, anche lui youtuber. Questa esperienza è stata l’occasione per misurarmi su un kilometraggio e un dislivello impegnativo. Sono partito da Marsiglia mentre Omero da Padova. Abbiamo fatto i Pirenei francesi che sono davvero magnifici. Tra Montpellier e Mirepoix è bellissimo, ho pedalato per due giorni tra i vigneti. La difficoltà maggiore è stato il vento, nei video sul mio canale potete vedere che, nonostante l’impegno, non superavamo i 15km/h, conta che la mia velocità di crociera si aggira tra i 23/24 km/h.»

Come sono gli incontri sul cammino in tempo di Covid? 

«Dormivamo negli albergue municipal, delle strutture fatte apposta per i pellegrini. Nonostante il Covid abbia ristretto il numero di posti nelle camerate, siamo comunque riusciti a cavarcela. Quello che ci ha un po’ buttati giù sono state le cucine chiuse. La cucina è importante perché sul cammino di Santiago nascono tanti incontri tra persone di tutti i paesi e preparare da mangiare è l’occasione in cui si uniscono sapori, odori e culture. È stato un viaggio molto bello, ma a causa della pandemia non abbiamo potuto vivere al massimo quello che il cammino può dare.»

“Un problema per chi viaggia con la bici in Italia
è che c’è tanta confusione per i mezzi di trasporto…

Dove consigli di andare in Italia?

«In Toscana abbiamo fatto un eccellente lavoro per la via Francigena. Il sentiero a piedi c’è da mille anni e adesso anche per la biciclette è stato studiato a modo. Il limite che abbiamo in Italia per quanto riguarda i viaggi in bici è la mentalità ancora un po’ indietro. Ad esempio, un problema per chi viaggia con la bici in Italia è che c’è tanta confusione per i mezzi di trasporto. Dove carico la bici sul treno? Ogni tanto l’ultimo vagone, altre volte il primo e altrettante volte non c’è nemmeno il vagone. Purtroppo, c’è un’evidente problema: agevolare questo tipo di turismo

«Questo però non vale solo per l’Italia, anche il Cammino di Santiago non è molto organizzato per le bici, e gli stessi problemi si ritrovano in Portogallo e in Francia. Basterebbe davvero poco andare incontro alle esigenze dei cicloturisti, sarebbe sufficiente offrire qualche servizio in più, come una pompa o un multi-tool per la manutenzione di base. Sono semplici accortezze che denotano attenzione e cura per i viaggiatori. Nonostante questi piccoli intoppi, il mercato è dalla parte delle bici e sempre più gente vuole viaggiare con la propria bicicletta… prepariamoci ad accoglierli!.»

“La bici è mezzo molto potente,
grazie a due ruote e a qualche tubo saldato insieme
si ha la possibilità di viaggiare con le proprie forze
lontano da casa.

Come affronti le salite? Magari pure in scatto fisso

«Guardo in basso e pedalo, ciò che mi aiuta è arrivare psicologicamente preparato, quindi prima di partire mi studio bene il percorso, l’altimetria e il dislivello. La salita più impegnativa che ho affrontato è stata la Cisa sugli Appennini, lì c’è stato molto studio dietro. Comunque, voglio precisare che i viaggi come il cammino di Santiago e la via Francigea non li ho fatti in scatto fisso, non me li sarei potuti godere altrimenti. Oltre al fiato, alla preparazione e alla forza di volontà, per affrontare le salite serve il cambio e un bel pacco pignoni sulla ruota posteriore.» 

Prossimo viaggio?

«Non si può dire, quello che posso accennare è che sarà quest’estate, durerà due mesi e sarà in scatto fisso

«Il bello di viaggiare con la bici è che attiri la simpatia delle persone, all’estero mi è capitato spesso che mi fermassero per chiedermi dove stessi andando e lo stesso anche nel sud Italia. La bici è mezzo molto potente, grazie a due ruote e a qualche tubo saldato insieme si ha la possibilità di viaggiare con le proprie forze lontano da casa. Forse è questa la ragione per cui attira molto l’attenzione.»

PH credit Pietro Franzese