Amante della bici, coach motivazionale e autrice di tre libri, queste sono alcune imprese di Paola Gianotti, ma non finisce qui. Paola ha infranto quattro Guinness World Record, un esempio? È stata la donna più veloce al mondo a circumnavigare il globo in bici. Da maggio Paola inizia a collaborare con noi di Bicitech scrivendo articoli sul cicloturismo e sulle sue avventure in giro per il mondo.

«Non ho cambiato da un momento all’altro,
c’e stato un percorso
che mi ha portato a decidere di cambiare vita.»

Ciao Paola, cosa ti ha portato a infrangere quattro Guinness World Record?

«Dopo una laurea in economia presa per dovere, non per piacere, infatti avrei voluto fare scienze motorie, sono venuta a Milano per lavorare in una grossa società di consulenza finanziaria. Poco dopo mi sono resa conto che il percorso che stavo seguendo non era il mio quindi l’ho lasciato e sono tornata ad Ivrea.»

«Nella mia città ho aperto una società di organizzazione di eventi sportivi e culturali. Purtroppo, dopo quattro anni di attività, nel 20012 la società è fallita. Non ho cambiato da un momento all’altro, c’e stato un percorso dietro che mi ha fatto arrivare a decidere di cambiare vita.»

«Ho sempre avuto due passioni: lo sport e il viaggio. Quando nel 2012 è fallita la mia società mi sono resa conto che potevo avere due opzioni:

  1. tronare a lavorare in consulenza finanziaria, lontana dalle mie passioni;
  2. stravolgere la mia vita attraverso un’impresa folle.»

«Il mio team era composto da amici
che di biciclette sapevano poco»

Qual è stata questa impresa?

«Il giro del mondo in bicicletta nel 2014, il primo primato che ho raggiunto e anche il più importante. È stato un modo per dare una svolta alla mia vita perché prima facevo altro, la bici non ne faceva parte se non come forma per brevi spostamenti, sicuramente non in forma agonistica.»

«Organizzare il giro del mondo per diventare la donna più veloce ad avere circumnavigato il globo in bici, è stata un’esperienza non solo sportiva. C’erano dentro molte variabili che hanno richiesto un’organizzazione incredibile: restare fuori casa 5 mesi, attraversare 25 paesi, foreste, deserti e montagne. Ho voluto farlo supportata da un team che mi conosceva, infatti, la parte più importante era quella mentale, di supporto. Ecco perché il mio team era composto da amici, che di biciclette sapevano poco.»

«Ho pedalato 29.430 km in 144 giorni con varie disavventure,
la più importante? L’incidente a metà percorso»

Perché questo record?

«Sapevo che solo un’impresa così sfidante mi avrebbe dato l’opportunità di svoltare e cambiare totalmente la mia vita. Ho pedalato 29.430 km in 144 giorni con disavventure varie, la più importante è stato l’incidente a metà percorso. Dopo 15.000 km mi ha investito una macchina rompendomi la quita vertebra cervicale.»

«Questo infortunio ha messo a dura prova la mia mente e il mio fisico, ma ovviamente anche tutta la mia avventura. Ad oggi posso dire che questa è stata una prova che mi ha portato ad essere oggi una coach e una speaker motivazionale. Ho imparato che ogni obiettivo, se si ha una visione chiara su dove si vuole andare, si può raggiungere

Per guarire mi sono fermata due mesi negli Stati uniti poi, appena possibile, sono tornata in Italia per finire la convalescenza. Dopo altri due mesi, quindi 4 mesi di stop, sono tornata esattamente dove mi ero fermata per riprendere la mia gara e ho chiuso gli ultimi 15.000 km che mancavano.

Cosa hai imparato da questa avventura e dall’incidente?

«Da quando sono tornata, il 30 novembre del 2014, poi la mia vita è cambiata. Di sicuro non potevo più tornare a fare la consulente finanziaria dietro una scrivania. Inoltre, l’incidente è stato motivo per cominciare la campagna che sto portando avanti del rispetto del ciclista, sicuramente la campagna più importante per me.» 

«Poi ho deciso che le nuove imprese sportive che avevo intenzione di affrontare dovessero sempre avere un significato importante. Non solo un’impresa fine a sé stessa, per me era importante per il giro del mondo, perché mi permetteva a me di cambiare vita.»

«In seguito, ho iniziato a dare importanza agli aspetti solidali delle mie imprese, quindi, ogni volta, ho cercato di legare un’aspetto sociale e solidale importante.»

«Nel 2021 ho iniziato a posizionare i cartelli di rispetto del ciclista.
Questa campagna la porterò avanti per sempre.»

Quali sono state le imprese successive?

Nel 2016 ho attraversato i 48 stati degli Stati Uniti in 43 giorni abbinando una raccolta fondi per acquistare cento biciclette, che ho donato a cento donne in Uganda, di preciso in Karamoja, nella zona al confine con il Sud Sudan. L’anno successivo, nel 2017, ho attraversato il Giappone da Nord a Sud in 9 giorni come terzo Guinness World record.

Sempre per continuare il progetto con l’Africa, quindi, abbiamo costruito una piccola officina in Africa e abbiamo fornito 30 kit per riparare le bici. Nel 2018 e nel 2019 ho anticipato di un giorno tutte le tappe del giro d’Italia maschile per sensibilizzare riguardo ai ciclisti sulla strada.

Come quarto Guinness World Record il 18 aprile, nel primo lockdown, ho pedalato per 12 ore sui rulli in cassa per 366 km e ho raccolto i fondi per acquistare 10600 mascherine che ho donato a due ospedali piemontesi. Nel 2021 ho iniziato a fare il giro delle regioni italiane per posizionare i cartelli di rispetto del ciclista. Ad oggi abbiamo coinvolto tutti i comuni d’Italia e posizionato circa 4000 cartelli. Questa campagna la porterò avanti per sempre.

L’anno scorso nel 2021, è iniziata un’altra campagna sulla sostenibilità ambientale in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica. Ho pedalato da Roma fino a Milano per arrivare alla Pre COP 26 per parlare di mobilità sostenibile. Quest’anno, l’ultima impresa che ho fatto, è stata quella di partire da Stoccolma per arrivare a Milano per piantare 2022 km in Italia. La campagna dsi chiama Bike for Tree e mi sto concentrando molto in questo periodo.

Oggi di professione faccio la Coach e ho portato tutto l’aspetto della bicicletta e delle mie avventure nell’aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi. C’è un forte legame tra l’aspetto motivazionale che ho preso dalla bici e ciò che poi trasporto nella mia vita professionale. Ne sono molto felice, perché è un modo per dimostrare come si possano effettivamente fare le cose. Questo è il riassunto di quello che ho fatto negli ultimi 8 anni, nei prossimi articoli potrò raccontare molto altro!»