Dietro a ogni vittoria c’è sempre una storia, e quella di Nicola Gaffurini dello scorso 30 aprile in Slovenia ha i contorni tecnologici di una storia d’allenamento sempre più telematico. Ma andiamo con calma. Il 27enne del team Sangemini M.G.Kvis Olmo Vega ha conquistato il successo alla Belgrado Banjaluka di fine aprile, prova in linea di 190 chilometri, presentandosi alla gara in terra slava dopo un discreto rendimento al Tour of the Alps.

«E’ stata una vittoria importante per me e per tutto lo staff, ma soprattutto è stata la conferma di una buona condizione fisica, nonostante un Tour of the Alps speso a tutta» ha commentato il bresciano Gaffurini, che sottolinea quanto fosse importante recuperare negli otto giorni che dividevano le due competizioni: «Recuperare sì, ma anche pedalare con i giusti carichi». Insomma, il solito compromesso tra riposo e allenamento che rende insonni le notti di allenatori e preparatori atletici, con la più difficile delle domande: che allenamento fare domani?

«Nelle passate stagioni ero spesso perplesso su che lavori realizzare nei giorni successivi alle corse a tappe – commenta il corridore del team Sangemini M.G.Kvis Olmo Vega – ma da quest’anno ho scelto di utilizzare SuperOp, che mi “guida”, se così si può dire, su quali volumi di lavoro effettuare giorno per giorno. Per esempio, dopo il Tour of the Alps mi ha indicato per tre giorni un valore rosso (totale riposo, ndr) ma già dal quarto giorno l’indicazione era di “caricare” e così ho fatto». Ed evidentemente ha avuto ragione.

Nicola Gaffurini utilizza SuperOp dallo scorso novembre e, a detta sua, con un innamoramento immediato: «Da subito le mie sensazioni hanno trovato riscontro nei quattro colori del mattino…» ma ciò che colpisce nelle parole del ciclista bresciano, è che lo strumento viene considerato come un elemento “terzo” tra lui e il suo preparatore, Paolo Rossini, che lo segue dal 2014. «Quando ci sentiamo, io e Paolo, parliamo di SuperOp come fosse un’altra persona…». Infatti, a fronte di una pianificazione generale di carichi e lavori specifici ispirata al principio della supercompensazione, gli allenamenti vengono modulati in base alle risposte che lo strumento fornisce al mattino.

Ma come funziona SuperOp? Il sistema prende in considerazione i parametri di frequenza cardiaca e pressione minima e massima, rilevati prima di alzarsi dal letto. I tre valori vengono scaricati in una app sul proprio smartphone che, attraverso un sofisticato algoritmo messo a punto dal professor Marco De Angelis dell’Università de L’Aquila, produce un risultato sulla ricettività organica dell’atleta nel corso della giornata, che sarà l’indicazione per stabilire il carico di lavoro. Il risultato può essere visto anche dall’allenatore sul proprio computer, che a distanza di chilometri, può interagire con il proprio atleta e concordare la quantità e l’intensità dell’allenamento.

L’insieme di queste caratteristiche hanno incuriosito Paolo Rossini che, un anno fa, l’ha voluto testare: «Nel nostro ruolo di allenatori abbiamo la costante necessità di capire quale carico di lavoro somministrare ai singoli atleti, e in SuperOp ho trovato la risposta che cercavo». Il preparatore sta utilizzando SuperOp con altri cinque atleti di vari team, dai quali ha riscontri positivi: «La questione per me è capire cosa sto facendo con i ragazzi. E’ una responsabilità». Ecco questa è la lettura che Rossini ha voluto dare a uno strumento in grado di aiutare chi ha scelto il ciclismo come professione, e che naturalmente può aiutare anche chi in bicicletta ci va per passione e diletto, come alcune migliaia di amatori italiani che hanno scelto SuperOp per migliorare le proprie prestazioni.

E il prossimo futuro di Gaffurini? «In vista del Giro di Albania e di quello della Slovenia tra fine maggio e giugno, andrò 10 giorni a Livigno per un ritiro in quota a oltre 1.800 metri – conclude il ciclista del team Sangemini M.G.Kvis Olmo Vega – e sono proprio curioso di vedere le risposte di SuperOp al lavoro in altura».

E noi con lui.