Legalizzarla o non legalizzarla: per una volta non si parla di sostanze psicotrope bensì di e-bike. È questa la disputa che sta infatti dividendo senatori e politici dello Stato di New York, posti di fronte ad un problema sorto dal basso.

Le bici elettriche hanno avuto un boom anche negli USA, che nel 2015 ne hanno viste acquistare più di 250mila: c’è chi le utilizza al posto della bici tradizionale, chi per andare al lavoro e chi proprio per lavorare, come nel caso dei fattorini convertitisi alle cargo e-bike.

A New York l’e-bike è però un problema per il codice della strada: la Vehicle and Traffic Law non comprende infatti l’esistenza di biciclette con una qualche forma di motorizzazione, non facendo nemmeno il distinguo presente nella normativa europea tra pedalata assistita limitata a 25 km/h e propulsione schietta.

Il risultato si conta in circa 600 bici elettriche sequestrate all’anno da parte del NYPD, in gran parte appartenenti a compagnie di consegne.

photo credit: K_Gradinger Bicycle Signal via photopin (license)

Entro la fine della legislatura, a giugno, si vorrebbe una svolta con l’introduzione di una categoria apposita nel codice stradale che esenti le e-bike dalle restrizioni applicate agli altri veicoli a motore: non sarà però facile superare l’opposizione dei senatori di parte conservatrice, che rilasciano interviste infuocate contro la pedalata assistita, definita “un terrore” per i pedoni.

Di sfondo, probabilmente, vi è una lotta lobbistica pro e contro automobile, colpevole di essere inquinante ed ingombrante per quanti tifano per l’e-bike ma considerata una delle chiavi per risollevare l’economia da quanti di pedali e motori elettrici non vogliono sentire nemmeno parlare.

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