Alla fine è successo. Dopo un dibattito durato anni anche a New York sarà possibile guidare una speed e-bike. Ripensare il ciclismo urbano è dunque possibile, anche in tempi di crisi, ma per farlo è necessario rivedere alcuni paradigmi, come quello riguardante il tabù dell’acceleratore.

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Una legge figlia del Coronavirus?

Il rapporto complicato tra la Grande Mela e le bici elettriche si è finalmente risolto. E’ saltato il veto che il governatore Cuomo aveva imposto nei confronti delle speed e-bike che potranno così circolare liberamente in città. L’armonia arriva in un momento molto strano, critico e complicato, di cui forse questo nuovo decreto è in parte figlio. Non sappiamo se la decisione finale sia stata presa anche in virtù della situazione sanitaria generata dal Covid-19, fatto sta che per molti operatori su due ruote si risolve un nodo cruciale, in grado di cambiare la propria attività lavorativa. Ma torniamo un attimo indietro.

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Andrew Cuomo, via nypost.com

New York, un caso anomalo

Le tensioni erano cominciate nel Giugno del 2019 quando, con una mossa inaspettata, venne posto il veto sul disegno di legge che consentiva l’utilizzo di biciclette elettriche veloci. Si trattava di una regolamentazione molto attesa da rider e cittadini che hanno visto, proprio sul più bello, infrangersi i loro sogni di mobilità. Bisogna precisare che negli USA ogni stato legifera in modo autonomo riguardo alle bici elettriche e stonava molto vedere come “la città che non dorme mai” fosse anche una delle più arretrate in tal senso. Fino a qualche giorno fa la Grande Mela, diversamente da altre realtà americane, era ancora priva di una legge che regolamentasse l’uso delle cosiddette speed e-bike, da noi pressoché inesistenti ma molto usate negli Stati Uniti, soprattutto dai lavoratori a due ruote. Ed è proprio questo il punto.

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Le classi di e-bike consentite 

Con l’entrata in vigore della nuova legge sono nate tre classe di e-bike:

  • Classe 1: biciclette a pedalate assistita che raggiungono 32 km/h ca.
  • Classe 2: biciclette a pedalata assistita con acceleratore che raggiungono i 32 km/h ca.
  • Classe 3:  biciclette a pedalata assistita con acceleratore che raggiungono i 40 km/h ca.

Quest’ultima categoria è quella più utilizzata dagli addetti alle consegne i quali, soprattutto adesso con il Coronavirus alle calcagna, sono molto sotto pressione. Finalmente potranno circolare liberamente senza rischiare multe da 500$ l’una, rendendo così più rapidi e sicuri i loro spostamenti. E’ lecito collegare questa legge alla situazione sanitaria in corso soprattutto perché questo tipo di contravvenzioni erano state sospese dal 16 marzo a causa del Covid-19. In sostanza dunque non hanno fatto altro che rendere permanente tale decisione.

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Accelerare il cambiamento

Tutti i ciclisti di Classe 3 dovranno indossare il casco, mentre per la 2 e la 1 sarà obbligatorio soltanto se si è in una fascia d’età compresa tra 16 e 18 anni. Sarà consentito anche l’uso di monopattini elettrici, sempre con obbligo di casco e con velocità limitata ai 25 km/h. Semplice e pulito. 

Questa scelta potrebbe avere dei risvolti economici importanti, generando business (e gli statunitensi lo sanno bene) durante una situazione che definire critica è voler essere generosi. 

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La decisione newyorchese dovrebbe essere analizzata bene anche in Europa: una legge di questo tipo applicata a città come Milano non solo consentirebbe spostamenti più agili e puliti, ma permetterebbe di riconsiderare il problema delle piste ciclabili e il loro impatto in termini economici e di occupazione dello spazio urbano.

 

Probabilmente sarebbe anche necessario rivedere il ruolo dell’acceleratore applicato alle e-bike che meriterebbe una trattazione più ampia. Da una sua corretta gestione ed utilizzo si genererebbero effetti positivi in termini di vivibilità urbana e sicurezza personale che forse potremmo a breve osservare su di una citta-test affidabile come New York.