I problemi dell’industrializzazione

Ma allora quali sono i problemi reali, o ritenuti tali, che hanno sino ad oggi limitato l’estensione dell’utilizzo del magnesio a molti comparti incluso quello del ciclo?

Nel passato la sua diffusione è stata frenata dalla scarsa resistenza alla corrosione atmosferica per cui si rendevano necessari interventi di anodizzazione, cromatazione e verniciatura con resine epossidiche delle parti superficiali con aggravio dei costi di produzione. 

A ciò ha posto riparo, in buona parte, l’introduzione di leghe High Purity o “iperpure”, dove il tenore delle impurezze quali Nichel, Rame e Ferro, che agisce sulla resistenza alla corrosione, è tenuto sotto controllo al punto da ottenere manufatti con prestazioni comparabili a quelle delle normali leghe di alluminio.

magnesio

 

Il fattore più critico risiede comunque nella lavorabilità del magnesio che richiede grande attenzione e l’adozione di alcune precauzioni dovute al bassissimo punto di fusione (650 °C) e, soprattutto, alla forte reattività che lo porta ad infiammarsi sia quando è allo stato liquido che in quello solido sotto forma di polveri o trucioli fini di lavorazione.

Pertanto, nei processi di fonderia il magnesio fuso deve essere protetto dal contatto diretto con l’ossigeno dell’atmosfera, ad esempio con la presenza di opportuni gas di copertura, e nelle lavorazioni è fondamentale la scelta degli utensili per minimizzare la comparsa di scintille per attrito e l’uso di lubrorefrigeranti.

Molto spesso la messa in opera di questi accorgimenti comporta però investimenti ed oneri che gravano sulle aziende e possono scoraggiare l’uso di questo materiale.