L’edizione numero 100 del Giro d’Italia è alle porte e chi decidesse all’ultimo minuto di seguire le 3 tappe sarde dal 5 al 7 maggio 2017 può usufruire di uno sconto del 20% sulle tariffe delle “navi gialle” di Sardinia Ferries sulla tratta Livorno/Golfo Aranci. Lo sconto è applicato alle tariffe passeggero, auto, moto e cabine. Il ritorno può essere posticipato fino al 14 maggio per chi volesse approfittarne di una vacanza in terra di Sardegna dopo le tre tappe. Per informazioni e prenotazioni: www.corsica-ferries.it, tel. 199 400 500 Fax. 019 2155300.

Ma veniamo alle tre tappe che si svolgeranno in Sardegna, le città che verranno toccate e qualche informazione turistica interessante. La Grande Partenza è prevista venerdì 5 maggio 2017 da Alghero, con 203 km che porteranno i corridori fino a Olbia. Poi ancora da Olbia si raggiungerà  Tortolì dopo 208 km. La terza tappa si concluderà a Cagliari, con 148 km di pittoresca strada costiera.

Tappa N.1 (venerdi 5 maggio): Alghero-Olbia (203 km)
Un “mangia e bevi” continuo adatto ai finalizzatori degli ultimi km di corsa. Si attraversa Sassari, la Gallura fino alla Costa Smeralda. A 20 km dall’arrivo  la salita di S.Pantaleo, 5 km all’8%, selezionerà ulteriormente i ranghi. Da non sottovalutare vento, costantemente presente sulla costa settentrionale sarda.
ALGHERO In provincia di Sassari, è città dalla forte vocazione turistica, nota come la piccola Barcellona, avendo conservato l’uso del catalano riconosciuto come lingua minoritaria (quasi un quarto della popolazione lo parla nella variante algherese). È il capoluogo della Riviera del Corallo: nelle sue acque è presente in quantità il prezioso corallo rosso della qualità più pregiata. Nel territorio algherese vi sono varie testimonianze della civiltà nuragica, sviluppatasi nell’isola a partire dall’età del bronzo (1800 a.C. circa) fino in epoca romana. La cucina algherese si basa prevalentemente su pesce e crostacei, in particolare l’aragosta; oltre all’aragosta all’algherese, i piatti tipici, per citarne solo alcuni, sono gli spaghetti ai ricci di mare, gli spaghetti alla bottarga e la paella algherese.
SASSARI è il polo urbano storico del “Capo di sopra” dell’isola. “Capo di sopra” e “Capo di sotto” (suddivisione risalente alla dominazione catalano-aragonese) sono state le macroaree amministrative della Sardegna, con poli rispettivamente Sassari e Cagliari. La cucina tipica sassarese è ricca e variegata, composta da pietanze legate alla tradizione contadina della città e dei centri vicini. Le verdure sono regine nella maggior parte dei piatti locali (melanzana, cipolla e fave), assieme alle parti meno pregiate degli animali da macello (agnello e maiale).
SANTA TERESA DI GALLURA si trova su un promontorio affacciato alla Corsica sulle Bocche di Bonifacio. Simbolo del paese è la torre spagnola di Longosardo, edificata attorno al XVI secolo per ordine del re di Spagna Filippo II. La Gallura è una regione storica e geografica della Sardegna, che si estende nella parte nord-orientale dell’isola, il cui territorio comprende la famosa Costa Smeralda. I suoi centri principali sono Olbia, Tempio Pausania, Arzachena, La Maddalena. La Costa Smeralda è un tratto costiero della Gallura nel nord-est della Sardegna, caratterizzata dalla presenza di numerose insenature e piccole spiagge. Nelle acque della Costa Smeralda, con sede a Golfo Aranci, è svolta una attività di ricerca, conservazione ed educazione ambientale sui delfini, grazie al centro internazionale di ricerca Bottlenose Dolphin Research Institute (BDRI).
PALAU si trova in prossimità della Costa Smeralda e costituisce il porto di accesso per l’arcipelago de La Maddalena, un gruppo di circa 60 isole, tra cui La Maddalena e Caprera, per un totale di 180 km di coste. Meta ambita dai diportisti per le sue acque color smeraldo. Caprera ha ospitato Garibaldi durante il suo esilio ed è collegata con un istmo artificiale a La Maddalena. Dal 1994 l’arcipelago della Maddalena è Parco nazionale geomarino.
OLBIA, arrivo della prima tappa e partenza della seconda, è un popoloso comune in provincia di Sassari, il quarto in Sardegna per numero di abitanti (dopo Cagliari, Sassari e Quartu Sant’Elena) e il secondo per estensione (dopo Sassari). Dal 2005 è stata capoluogo, insieme a Tempio Pausania della provincia di Olbia-Tempio, soppressa nel 2016. È stata l’antica “capitale” della Gallura. Il suo territorio costituisce un importante polo turistico, sia per le spiagge e il mare che per gli insediamenti nuragici.

Tappa N.2 (sabato 6 maggio): Olbia-Tortolì (208 km)
Frazione decisamente mossa, con profilo altimetrico nervoso. Secondo appuntamento per i cacciatori di tappe in cerca di rivincite. Probabile arrivo a ranghi ridotti. Non è da escludere una fuga da lontano.
NUORO si estende su un altopiano granitico, nell’entroterra est della Sardegna. Si trova a circa 550 m s.l.m. ed è il settimo capoluogo di provincia più elevato d’Italia (dopo Enna, Potenza, L’Aquila, Campobasso, Aosta e Caltanissetta). Numerosi i siti archeologici della civiltà nuragica. In particolare il Nuraghe Tanca Manna si trova all’interno del centro abitato di Nuoro e dell’omonimo parco, risale alla media età del bronzo.
TORTOLI’, sede di arrivo della seconda tappa e partenza della terza, è famosa per le sue splendide spiagge dalle acque cristalline. Arbatax, frazione di Tortolì, è sede di porto, per traghetti e pescherecci. A Tortolì e dintorni viene prodotto il famoso vino Cannonau DOC, vinificato nelle versioni classico e riserva, le uve del più famoso vitigno della Sardegna sono conferite nella cantina sociale per una produzione di oltre 1.500.000 bottiglie all’anno. I piatti tipici sono quelli della tradizione agricola (“culurgiones” a base di patate formaggio e menta chiusi nella classica forma a spiga, zuppe di verdure, carni bovine e ovine), cui si mescolano i piatti tipici di mare (in particolare aragoste, astici, gamberi, tonni, pesci spada e molte altre specie presenti nel Mediterranee, provenienti dai pescherecci di Arbatax). Un discorso a parte merita la produzione ittica dello stagno di Tortolì con le sue anguille, le orate e in particolare i cefali, che costituiscono una eccellenza culinaria universalmente riconosciuta per la sua qualità, visto l’habitat dove viene allevato il cefalo: la “bottarga di muggine di Tortolì”.

Tappa N.3 (domenica 7 maggio): Tortolì-Cagliari (148 km)
Disegnata per un arrivo in volata. Percorso pianeggiante ma paesaggisticamente splendido. Chi ha indossato la Maglia Rosa nelle tappe precedenti difficilmente se la farà sfilare. Poi, la carovana del Giro si trasferirà in Sicilia.
VILLASIMIUS, nell’estremità sud-occidentale della Sardegna, è uno dei comuni più conosciuti è grazie alle è numerose località turistiche. La località di Capo Carbonara sull’omonimo promontorio è nota per essere il punto meno piovoso d’Italia.
La strada costiera tra Villasimius e Cagliari si snoda tra promontori che digradano verso il mare, colline e baie di straordinaria bellezza. Poco nota al turismo di massa attrae il turista particolarmente amante della natura e delle sue bellezze. Ci si trova immersi tra vecchie fortezze della dominazione spagnola e profumo delle piante di mirto che si mescola ai vapori del sale che proviene dal mare. Cala Regina, Torre delle Stelle, Mare Pintau (ossia dipinto) e Cala Pira sono fra le spiagge in cui i colori del mare assumono tutte le sfumature tra il cristallino, il turchese e il blu.
CAGLIARI, arrivo della terza tappa e conclusione della Grande Partenza dell’edizione numero 100 del Giro d’Italia, è il capoluogo della regione autonoma della Sardegna. La leggenda, secondo lo scrittore latino Gaio Giulio Solino, narra che Caralis sia stata fondata nel XV secolo a.C. da Aristeo, figlio del dio Apollo e della ninfa Cirene. Secondo la leggenda fu Aristeo a introdurre in Sardegna la caccia e l’agricoltura, riappacificando le popolazioni indigene in lotta fra di loro. Sempre secondo la leggenda Dedalo accompagnò Aristeo in Sardegna, e fu l’artefice, secondo gli antichi greci, dei Nuraghi presenti sull’isola. La cucina cagliaritana è legata alla tipicità dell’isola (in particolare del Campidano), ma presenta influenze catalane e liguri. Piatti tradizionali, solo per citarne alcuni, sono cocciula e cozzas a schiscionera (vongole e cozze cucinate in tegame), sa cassola (zuppa di pesci, crostacei e molluschi), orziadas (anemoni di mare insemolati e fritti) e aligusta a sa (aragosta condita alla cagliaritana). Tra i vini prodotti nel cagliaritano ricordiamo il Nuragus, il Nasco, il Girò, il Malvasia, il Moscato e il Monica.