Il neo presidente dell’Union Ciclyste Internationale o UCI, il francese David Lappartient, è stato chiaro: “Voglio essere sicuro che il doping meccanico venga escluso categoricamente dal ciclismo”.
Lappartient, che ha sconfitto per 37 voti a 8 il presidente uscente Brian Cookson, iniziatore di una pulizia di immagine per il movimento ciclistico professionista mondiale, è a sua volta promotore di un rinnovamento che porti a crescere il ciclismo sia in quanto sport sia in quanto esempio virtuoso.
Oltre al doping chimico, c’è quello meccanico da sconfiggere: il ricorso a motori e batterie miniaturizzate nei telai delle bici da corsa è meno raro di quel che si pensi e il recente caso di un amatore colto in flagrante durante una competizione locale in Francia ne è l’emblema.
Lappartient, in una delle sue prima uscite pubbliche, in occasione della presentazione del Tour de France 2018, ha fatto sua la richiesta degli organizzatori della corsa di dare certezza dell’esclusione di tali stratagemmi dal ciclismo di ogni ordine e grado.
L’UCI già oggi effettua dei controlli in merito, che hanno prodotto un solo caso accertato di frode sportiva nel professionismo dal 2016 ad oggi. Tuttavia, molti criticano questi test e lo stesso Lappartient ha promesso provvedimenti entro la fine dell’anno.
Al momento i cambiamenti imposti dal nuovo presidente non sono stati radicali ma è Lappartient stesso a spiegare che i primi mesi del suo mandato sono stati spesi a conoscere dall’interno, nel quartier generale di Aigle, in Svizzera, il funzionamento dell’UCI.
“Prima di proporre delle riforme, voglio farmi un’idea mia sulle cose”, ha detto Lappartient, che ha rinnovato il suo impegno per sradicare le sofisticazioni meccaniche da questo sport.