Le caratteristiche principali della bici “da viaggio” italiana

Bici da donna Bianchi degli anni ’70

Vediamo anzitutto le caratteristiche tipiche delle biciclette in uso da noi:
– l’azione frenante avviene tramite una trasmissione rigida di aste, leve, e perni quasi sempre saldati al telaio; la forza frenante sul cerchio è quasi sempre radiale verso l’esterno, e non laterale “a pinza” (sulla bicicletta italiana non è molto frequente il freno a tamburo, eventualmente a “contropedale”, largamente utilizzato su quelle estere; esistono poi esempi di tiranteria a bacchetta con pinze ad azione laterale, simile per principio al “cantilever” o all’attuale V-brake, ma con azionamento rigido, senza cavo – esempio: Gloria);
– il manubrio ha la tipica forma con manopole parallele al senso di marcia, ed incorpora le leve di comando (normalmente interne al manubrio stesso, meno frequentemente esterne, o “esposte”, almeno in Italia) che trasmettono l’azione frenante alle teste dei tiranti, con varie soluzioni costruttive che vedremo in seguito;
– i cerchi, con larghezza di spallamento interna attorno a 24 mm, hanno profilo tipo Westwood adatto alla frenata radiale; normalmente sono in lamiera di ferro, larghi esternamente circa 38 mm, talvolta in alluminio trafilato larghi circa 34 mm, raramente in legno; la ruota da 26” esiste principalmente in due versioni: diametro di calettamento 584 mm su vecchie bici (26” x 1 ½”); su bici più recenti 590 mm (26” x 1 3/8”); è importante tenere presente che alle diverse larghezze esterne debbono adattarsi diverse larghezze degli archetti porta pattini, in modo che questi ultimi appoggino correttamente sul cerchio, evitando di toccare la valvola, o di appoggiare solo parzialmente su di esso;
– i pneumatici sono comodi, di sezione larga, specie sulle biciclette più vecchie: prevalentemente 26” x 1 ½” (talvolta 26” x 1 ½” x 1 5/8”) su cerchio 584; o 28” x 1 5/8” x 1 1/2” su cerchio 622, anche se le più recenti adottano le misure normalizzate ETRTO 35-590 (26” x 1 3/8”) su cerchio 590, o 35-622 (28” x 1 5/8” x 1 3/8”) su cerchio 622 (spesso le coperture attuali hanno sezione che non corrisponde alla marcatura);
– notare che all’estero esistevano ed esistono ancora cerchi e pneumatici 28” x 1 ½”, equivalenti al 38-635;
– di solito manca il cambio, ma talvolta è previsto un cambio epicicloidale nel mozzo, normalmente Sturmey-Archer a 3 velocità (su alcuni vecchi modelli anche a 2 velocità), o Sachs Torpedo a 3 velocità; esistono rari esempi di cambio a deragliatore, come il Fichtel & Sachs a 3 velocità;
– il carter di solito è completamente chiuso anche posteriormente (salvo quando v’è un cambio a deragliatore);
– il pignone posteriore porta di solito 18 denti (raramente 20); la corona anteriore ha in genere 42 denti (talvolta 38 o 40);
– i forcellini posteriori sono di solito aperti posteriormente, pertanto la ruota deve venir estratta verso il retro previo smontaggio della falsa maglia della catena (salvo marche e modelli particolari quali alcune Taurus, o quando v’è un cambio a deragliatore; in tal caso è adottato il forcellino tipo sport aperto sul davanti);
– nei forcellini posteriori aperti posteriormente sono montate delle viti ad occhiello con funzione di tendicatena, che consentono la giusta regolazione della tensione della catena ed il perfetto centraggio della ruota sia “prima” di serrare i dadi di fissaggio, sia “durante” il serraggio (cosa altrimenti spesso problematica: chi non ha mai sperimentato che durante il serraggio il mozzo si può spostare lungo il forcellino?);
– il telaio riporta appositi attacchi saldati (perni e guide) per il leveraggio dei freni; su alcuni modelli di ispirazione estera tali attacchi non sono saldati, ma fissati su fascette serrate a vite;
– il telaio da donna ha la forma tipica, cosiddetta “a frascona”, con doppio tubo obliquo, di cui quello superiore formante una gradevole curva ben raccordata, che consente il facile “scavalco” del piede; meno frequente, e più recente, il telaio con due tubi obliqui paralleli;
– la bicicletta era costruita (quelle odierne un po’ meno) per durare a lungo, per essere impiegata anche su strade polverose e accidentate: pertanto non si è lesinato sul peso, che si aggirava sui 14 – 18 kg.