Esce in questi giorni nelle librerie di tutta italia “La Bici felice – Pedalare fa star bene”. dieci racconti di autori vari (ed. edicicloeditore, collana La biblioteca del ciclista/25, pagine 112, prezzo € 13,00, isbn 978-88-6549-172-0).
La bicicletta è un’invenzione che da 150 anni fa felice il mondo. La sua felicità sta forse proprio nell’insieme di pochi, semplici parti meccaniche che, unite fra loro, formano un tutto lieve e armonico: due ruote, un telaio, un manubrio, una sella, una catena… Vorremmo lievi e armonici anche la nostra vita, i nostri incontri, l’esperienza dei nostri corpi e delle nostre menti in relazione con noi stessi e gli altri. Sappiamo tuttavia che non sempre è così: le ruote si bucano, i telai s’incrinano, i manubri si stortano, le selle si sfondano, le catene s’inceppano o cascano… Sappiamo anche però che pedalare aiuta a stare meglio. Come ci raccontano, nell’ideale prosecuzione del libro “Pedalo dunque sono” (2011), cinque autori – uno psicologo, un giornalista, un urbanista, un educatore e un organizzatore culturale – e dieci emblematiche “storie” che vanno alla conquista della felicità prendendo spunto concettuale da un componente o da un accessorio di bicicletta: così alla catena è associata l’idea della trasmissione di una passione da padre in figlio, le ruote simboleggiano la ciclicità degli eventi storici che si ripetono nel tempo, il manubrio la capacità di “sterzare” dalla linea retta e dalla consuetudine, il pedale la volontà di spingere a fondo per superare le difficoltà di una malattia, il fanale il fascio di luce che ci mostra la strada anche quando intorno a noi s’è fatta buia la notte della vita… Perché la bicicletta, e le parti di cui è composta, sanno raccontare storie che resistono alla fatica e dicono molto di più di un viaggio o di una corsa.
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