Il giro del mondo in gonna e pedali

 

Partì da Boston sul finire dell’Ottocento, il 25 Giugno 1894, il primo giro del mondo in bicicletta intrapreso da una donna. Era passato un decennio da quando la stessa impresa era stata compiuta da un uomo, l’inglese Thomas Stevens, e nella sua versione in rosa nacque in realtà più come scommessa beffarda che come reale sfida.

Annie Kopchovsky, di origine lettone, accettò infatti di compiere il giro del mondo in sella ad una bicicletta per smentire il pregiudizio che vedeva due ricchi gentiluomini statunitensi opporsi nel sostenere che una donna mai e poi mai avrebbe potuto “badare a sé stessa nel mondo per tutto quel tempo e in condizioni così essenziali”.

Iniziò a pedalare in gonna, con una Columbia da 40 kg, salutata da un’ampia folla che, però, non vide la presenza del marito e del fratello, segno anche questo del riconoscimento e del sostegno tipico dell’epoca nei confronti di un’idea “femminile”.

Aveva con sé un solo cambio d’abiti, una pistola ed una sponsorizzazione del valore di ben 100 dollari da parte di un’acqua minerale, la Londonderry Spring Water Company, della quale doveva indossare i cartelli promozionali pedalando.

Tornò 15 mesi dopo, la gonna aveva fatto posto ai pantaloni e tutti la conoscevano ormai come Annie Londonderry: aveva attraversato Stati Uniti, Francia, toccato Gerusalemme, Singapore, il Mediterraneo, la Cina ed il Giappone.

Divenne un mito, dimostrò come l’intraprendenza e l’inventiva femminile potessero di gran lunga superare tutte le aspettative: riuscì addirittura a trasformare il suo viaggio in evento “social” ante litteram, spingendo migliaia di ciclisti a pedalare al suo fianco nelle regioni che attraversava ed autofinanziandosi vendendo le proprie foto autografate.

Non da ultimo, vinse la scommessa, mettendosi in tasca un’ingente somma di denaro per l’epoca.

Annie Londonderry in una delle cartoline che realizzò per rivenderla – ©annielondonderry.com