I momopattini cinesi stanno invadendo il nostro continente. Serve una regolamentazione seria per consentire un utilizzo sicuro dei dispositivi di micromobilità.

I dati delle importazioni

Nel 2019 dalla Cina sono stati importati nei mercati europei 625.000 monopattini, secondo i dati forniti da EBMA-European Bicycle Manufacturers Association. Un incremento del 37% rispetto all’anno precedente. A titolo esemplificativo, nello stesso lasso di tempo, l’importazione in Europa di e-bike cinesi – anche per effetto dei dazi di recente introduzione – si sono attestate sulle 195.000 unità.

Cosa dice (o non dice) la legge

I dati dell’import confermano la grande diffusione della micromobilità nelle città europee e pongono l’attenzione sul tema della sicurezza. La recente equiparazione dei monopattini alle biciclettedisposta da un emendamento alla legge di bilancio 2020 – non sembra tenere conto di alcune differenze sostanziali tra le due tipologie di mezzi. Le biciclette per poter essere commercializzate all’interno del mercato europeo, devono soddisfare i requisiti di sicurezza previsti da alcune norme tecniche comunitarie. In particolare la UNI ISO 4210 su progettazione e assemblaggio dei veicoli e la UNI EN 15194 specifica sulle biciclette a pedalata assistita. Lo stesso non si può dire per i dispositivi di micromobilità rispetto ai quali è in corso un processo di normazione a livello europeo, che tuttavia non ha ancora portato alla definizione di uno standard comunitario.

Come orientarsi per l’acquisto

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Inoltre, la maggior parte dei monopattini oggi in commercio vengono venduti attraverso i canali online e i grandi marketplace elettronici. Una verifica preventiva dei requisiti di sicurezza di questi dispositivi, prodotti quasi esclusivamente da aziende extra-europee, è pressoché impossibile. Diverso è il caso delle biciclette per le quali il ruolo dell’industria – prevalentemente europea – e del rivenditore svolgono un’importante funzione di accompagnamento verso scelte più consapevoli.

Fonte ufficio stampa ANCMA