Abbiamo intervistato Vincenzo Medugno, direttore vendite e marketing di MBM, un’azienda italiana con sede a Cesena che produce e distribuisce diverse tipologie di biciclette.
Dalle city bike alle pieghevoli, dalle bici per bambini alle mountain bike, dalle old style, alle cruiser fino alle tanto gettonate bici elettriche a pedalata assistita. Sentiamo cos’ha da dirci di MBM, il marchio da lui rappresentato e sulla particolare situazione del mercato ciclo in Italia.
D) Buongiorno Vincenzo, per prima cosa vuole spiegare ai lettori di BiciTech chi è MBM e quali sono i principali modelli di biciclette prodotti nel vostro stabilimento?
R) Cicli MBM è una delle realtà storiche italiane con circa 50 anni di attività alle spalle. Nasce nell’ormai lontano 1973 e inizia con la produzione di ciclomotori per riconvertire il proprio business tra gli anni 80 e 90 a favore delle biciclette. Nel 2016 inizia la progettazione e poi la produzione delle bici a pedalata assistita (E-bike), che si affianca naturalmente a quelle di tipo tradizionale (muscolari). Oggi MBM produce 14 diversi modelli di E-bike che vanno dalle MTB alle Trekking, dalle “piccole” con cerchio da 20” sino ad arrivare alle più eleganti urban, molte delle quali allestite con i motori italiani Oli. Il resto della gamma, circa 60 modelli di bici “muscolari” da uomo e da donna, comprende bici Trekking, City, Cruiser, Old Style, Gravel (hybrid), Folding (pieghevoli), Mtb, Bmx, Kids (bambino/a). Inoltre, sono attualmente in rampa di lancio altri 7 modelli di bici elettriche + una “concept” (sempre e-Bike) che potrebbe davvero rivoluzionare il mondo della mobilità urbana.
D) Lei si occupa in prima persona della rete commerciale. Qual è la tipologia del vostro cliente abituale e quali sono le richieste che vi vengono fatte con maggiore frequenza?
R) Ormai la richiesta del consumatore è sempre più indirizzata sulle bici a pedalata assistita, ma in tutta Europa sta crescendo a dismisura anche la richiesta di MTB. Il nostro cliente abituale ha una età compresa tra i 35 anni e i 50 anni, è medio spendente, e acquista volentieri un prodotto italiano di grande qualità, curato e attento in ogni particolare.
D) Quanto rappresentano, in termini di percentuale, il mercato italiano e quello estero per MBM? Vi sono prodotti o modelli particolari destinati all’esportazione? Le E-bike, per esempio, che ruolo hanno in queste trattative e nel business complessivo del vostro brand?
R) Dal 2017 in poi, con il lancio della gamma E-bike, per MBM si è aperta una nuova era fatta di grandissime soddisfazioni dal punto di vista commerciale. Siamo passati dal rapporto 70%-30% Italia/Export al 60%-40% di oggi. Non abbiamo bici prodotte esclusivamente per alcuni mercati, ma in fase di progetto abbiamo immaginato alcuni modelli che potessero adattarsi meglio a determinati mercati per le loro caratteristiche tecniche, e non soltanto. In termini assoluti, nel 2020, il peso delle E-bike ha rappresentato il 10% della produzione totale e il 35% in valore del fatturato. Nel 2021 l’obiettivo sarà consegnare i (circa) 10.000 pezzi già venduti, mentre nel 2022 abbiamo in programma la produzione di 20.000 E-bike. Il ruolo delle E-bike, come accennato anche sopra, è assolutamente determinante e i nostri investimenti futuri saranno per il 90% orientati verso questo segmento di mercato.
D) A livello aziendale, in un momento di grande richiesta come quello che stiamo vivendo, come vi siete preparati per soddisfare ed evadere tutti gli ordini che arrivano e arriveranno nei prossimi mesi?
R) In azienda, lo scorso anno alla riapertura di maggio, siamo stati sicuramente lungimiranti, rischiando (poiché ancora non si poteva sapere cosa davvero sarebbe successo) e facendo importantissimi ordini a tutti i nostri fornitori, e così abbiamo continuato a fare nei mesi successivi. Giocare d’anticipo e continuare a farlo ha consentito alla nostra azienda, diversamente da quanto hanno fatto altri attori presenti sul mercato, di non fermare mai le linee di produzione salvo qualche raro rallentamento. Particolarmente apprezzabile è stata anche la collaborazione che, talvolta, siamo riusciti a instaurare con alcuni dei nostri competitors italiani attraverso lo scambio di parti e componenti (quello che era in “eccesso” in una azienda poteva mancare all’altra, e viceversa).
D) Secondo la sua esperienza – questa paradossale situazione di “domanda e offerta” – potrà durare ancora per molto? Pur non avendo la bacchetta magica cosa prevede per il futuro nel nostro settore? Come MBM quali strategie pensate di adottare?
R) Crediamo e soprattutto speriamo che questa situazione paradossale possa trasformarsi in un trend stabile. Sono certo che il mondo tutto, e pertanto anche quello delle due ruote, dopo questa cura neoliberista, ne uscirà cambiato con qualche sconfitto e alcuni vincitori, fra i quali certamente il nostro settore. Il 2020 per molti – troppi – aspetti è stato un anno davvero funesto ma – come detto – al contempo è stato anche un anno caratterizzato da numeri folli che hanno ridisegnato tutta la filiera delle bici (muscolari ed elettriche). Grazie al lavoro di un team unico, MBM ha avuto la forza e la capacità di assecondare una improvvisa schizofrenia dei numeri, in Italia e in tutta Europa. Siamo ancora agli inizi di quella che probabilmente sarà la vera rivoluzione e tutto si compirà quando la bici (muscolare, ma soprattutto elettrica) diventerà, davvero, il mezzo che andrà a sostituire le auto in città. Sarà allora che avverrà la vera consacrazione della bici “urbana” e i numeri saranno ancora di più dalla nostra parte. Dalla parte di MBM che per tutti questi anni ha creduto in un segmento di prodotto che molti, al contrario, hanno snobbato. Dove, invece, MBM continuerà la propria evoluzione grazie a un programma di investimenti che guarda in particolare alle E-bike e ad alcuni prodotti affini.
Inoltre, MBM è stata brava nel diversificare i mercati e la propria clientela sapendo, al contempo, raccogliere sin da subito i frutti nati nei mercati esteri e tutto ciò grazie a una squadra qualificatissima di “export manager”. L’Italia, l’Europa, gli Stati Uniti, un po’ di Sud America e presto, forse, anche il Giappone; un giro intorno al mondo che sembra non volersi più fermare. Grazie a questa espansione su nuovi e importanti mercati riusciremo certamente a compensare e bilanciare possibili ed eventuali battute di arresto che dovessero avvenire in qualche parte del mondo. Altra iniziativa che ci permetterà di uscire con un importante valore aggiunto da questo “uragano” è il progetto appena lanciato dei “CONCEPT STORE”, all’interno dei quali desideriamo far vivere ai nostri clienti, sia italiani che esteri, un’esperienza di acquisto completamente nuova e diversa. Un’esperienza che guarda non solo al prodotto ma anche alle emozioni e che, inevitabilmente, porterà a una crescita della riconoscibilità del marchio.
I “Concept Store” – il primo è stato inaugurato recentemente a Palermo – sono negozi che al proprio interno hanno e avranno uno spazio interamente dedicato al brand MBM. In grandissima evidenza il logo, pedana, prodotti esposti, catalogo cartaceo e scrivania con tablet per la consultazione del catalogo digitale e delle varie schede prodotto. Un modo e un mondo fatto di stile, servizio e qualità.
D) Un’ultima domanda, Vincenzo, forse un po’ provocatoria ma spontanea. Se lei fosse un acquirente cosa la porterebbe a comprare una delle vostre biciclette? Perché MBM invece di un marchio più famoso?
R) Il perché lo dico in poche parole, senza soffermarmi tanto sul prodotto, ma su un concetto a me molto più caro che è soprattutto un invito ai consumatori italiani. Comprate nei negozi di prossimità preferendo le aziende italiane perché solo così, salvando la nostra manifattura e i nostri negozi, tornerà a crescere quello che in economia si chiama “effetto moltiplicatore”. Il benessere di un settore diventerà, a poco – a poco, il benessere di tutti.
Grazie per l’intervista e la disponibilità, buon lavoro.