È nelle librerie, da qualche tempo, “Il mio Danubio, In bicicletta lungo il fiume d’Europa” di Guillaume Prébois, prefazione di Paolo Rumiz (edicicloeditore, 176 pagine, 9,00 euro). Si tratta di un reportage suggestivo scritto con una penna brillante e vivace. Ha scritto a proposito Michele Serra, su Repubblica, “Prébois fa respirare al lettore la fisicità dei luoghi, il loro progressivo e incessante mutare, lo stupore continuo che la terra e il cielo sanno suscitare nello sguardo e nei pensieri del viaggiatore.”
Guillaume Prébois ha seguito il corso in bicicletta del Danubio, fiume dolce e maestoso, che sgorga nella Foresta Nera in Germania e attraversa il mondo suggestivo della Mitteleuropa accompagnando e definendo culture, popoli, musiche, lingue diverse.
Tremila chilometri dalla Germania alla Romania: otto paesi, caldo torrido, albe fresche, cieli stellati, malinconie, le facce antiche di chi lavora i campi e i millenari clichés culturali che si sgretolano sotto il peso della peregrinazione sincera.
L’autore è nato a Parigi il 27 marzo 1972. Laureato in Finanza a Parigi, ha presto abbandonato questa strada per dedicarsi al giornalismo. Corrispondente di prestigiosi quotidiani internazionali (Le Monde, Le Soir di Bruxelles, Le Temps di Ginevra), e collaboratore di diverse televisioni europee, nel 2003 ha preso la decisione di vivere pedalando. Da allora ha intrapreso diversi viaggi più o meno veloci e più o meno lontani (dalle strade bucoliche della Francia al Giro del mondo in 80 giorni) e spinto al limite le sue gambe (come dal 2007 al 2008, quando ha affrontato il Tour de France, il Giro d’Italia e la Vuelta senza alcun aiuto chimico, per dimostrare che si possono fare grandi imprese anche senza doparsi).