Il Giro d’Italia 2018 segna già un primato rispetto ai suoi primi cento anni di storia: la partenza della 101esima edizione avverrà infatti fuori dai confini europei, nel più che simbolico scenario di Gerusalemme.
Prima di giungere in terra siciliana la corsa rosa vivrà le tre tappe di apertura in Terra Santa, affrontando una crono di 10 km tra colline e città vecchia di Gerusalemme, proseguendo con 167 km che da Haifa condurranno i ciclisti a Tel Aviv e concludendo la parentesi mediorientale con 226 km che taglieranno il deserto del Negev verso sud, partendo da Be’er Sheva con destinazione Eilat (Mar Rosso).
L’organizzazione del Giro ha deciso di puntare su Israele definendo non più importanti che altrove le questioni di sicurezza ed inaugurando il secolo di vita della competizione con una secca sterzata su significati politici oltre che sportivi.
Israele è un Paese oltremodo simbolico in un periodo storico di contrasti culturali quale l’attuale, da sempre sinonimo stesso delle difficoltà connaturate ai concetti di integrazione e convivenza pacifica.
Il Giro d’Italia sbarcherà poi in Sicilia, scalando l’Etna, per poi risalire l’intera penisola: di certo si sa che la penultima tappa vedrà ancora montagne spettacolari protagoniste (l’arrivo è a Cervinia) ma ancora avvolto nel mistero è il gran finale.
Si ipotizza Roma, forse San Pietro, per concludere un’edizione del Giro d’Italia che si candida a portare sulle ali dei pedali messaggi ben più profondi che quelli sportivi.