Chi usa l’ebike in Giappone?

La risposta più banale ma anche la più tranchant sarebbe: “Tutti”.

Togliendo i politici, che con tipica malizia occidentale potremmo pensare ne facciano cavallo di battaglia per ben altri scopi, chi pedala in elettrico sono impiegati, mamme, anziani e giovani.

Molte città nipponiche sono caratterizzate da un territorio collinare, dove i sali-scendi sono frequenti: ecco dunque che la pedalata assistita aiuta ad arrivare in ufficio senza doversi fare una doccia o consente a chi è avanti con l’età di continuare ad avere una buona autonomia sui pedali.

Una forte spinta è stata data anche dal turismo, tanto che esistono tour guidati in varie città che si basano sul noleggio di una e-bike.

In Giappone, poi, come in Nord Europa, la bicicletta è concepita anche come mezzo di trasporto “vario”, il che comprende biciclette equipaggiate con anche due seggiolini per bambini, il tutto nel rispetto delle regole.

Ciò che, in effetti, la bici elettrica ha fatto in Giappone è stato sostituire il motorino, facendo leva sulle stesse, classiche, motivazioni che anche qui conosciamo: non richiede il casco, non richiede la patente e non comporta tasse o assicurazioni da pagare.

I Giapponesi, in fondo, non sono poi così strani.